Chiusi gli orfanatrofi uzbeki
Il provvedimento copre cinque province. Quasi tutti adottati dagli operatori delle strutture chiuse, da funzionari pubblici e poliziotti. Obbligo adozione imposto con ogni probabilità dalle autorità: lo Stato contribuisce con aiuti tra 120 e 250 euro al mese per bambino. Timori per le condizioni fisiche e psichiche degli adottati.
Mosca (AsiaNews) – Per decreto del presidente Šavkat Mirziyoyev, le autorità dell’Uzbekistan hanno chiuso in cinque province le “case della misericordia”, dove vivevano bambini orfani e rifiutati dalle famiglie. I bambini sono stati adottati quasi tutti dagli operatori degli orfanatrofi in chiusura, da vari funzionari delle amministrazioni locali, della Guardia Nazionale, della polizia e da imprenditori locali, come scrive Radio Ozodi. Non è chiaro fino a che punto tali adozioni siano volontarie o imposte “dall’alto”.
Le chiusure sono avvenute nelle province di Karakalpakstan, Navoijska, Fergana, Namangan e Khorezm. In tutto il Paese sono state aperte negli ultimi quattro mesi oltre 100 case-famiglia, che devono sostituire gli orfanatrofi statali. I nuovi genitori adottivi, che ufficialmente sono tutti volontari, devono presentare alcuni requisiti come una superficie abitativa sufficiente e uno stipendio fisso, a cui lo Stato aggiunge il necessario per il mantenimento.
Un operatore dell’Ufficio adozioni di Samarcanda, che preferisce mantenere l’anonimato, è però convinto che l’adozione sia una misura obbligatoria presa dal governo. A suo dire “in 10 anni di lavoro in questo settore non ho mai visto alcun dirigente o funzionario della pubblica amministrazione che abbia espresso il desiderio di adottare un bambino, e oggi ne adottano fino a cinque per volta”. L’operatore sottolinea che sono per lo più ragazzini tra gli 8 e i 16 anni, con le difficoltà dell’adolescenza, “e non so chi sarà in grado di controllare il loro futuro destino; non sarà facile seguire dei bambini adottati dai poliziotti”.
Secondo le informazioni disponibili, lo Stato assicura a chi prende un bambino in adozione o circa 120 euro al mese; se sono invalidi fino a 250 euro. Vengono concessi anche fondi per i vestiti: un giaccone, un paio di stivali, abiti sportivi e uniforme scolastica. Questi compensi non sono comunque sufficienti per coprire tutte le spese di mantenimento ed educazione di un adolescente.
Rimane aperta la questione del controllo delle condizioni fisiche e psichiche dei bambini nelle famiglie d’adozione. Dovrebbe essere affidata alla Guardia Nazionale, che ha un settore apposito per il lavoro con l’infanzia.
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