Chiuse 1800 scuole per l’inquinamento che soffoca Delhi
Dopo il Diwali il tasso d’inquinamento di Delhi ha raggiunto il punto più critico degli ultimi 17 anni. Il 2 ottobre l’India ha ratificato l’Accordo di Parigi sul clima, ma non sembra essersi attivata per rispettarlo.
New Delhi (AsiaNews) – La qualità dell’aria nella capitale indiana ha quasi raggiunto il punto più basso degli ultimi 17 anni. Quest’inverno il Diwali (la Festa delle luci), nella quale vengono usati fuochi d’artificio e lampade ad olio, ha portato perfino alla chiusura per tre giorni di circa 1800 scuole che ospitano quasi 900mila alunni. La celebrazione – terminata il 3 novembre – ha fatto innalzare il livello delle polveri sottili (Pm2,5) fino a 800 microgrammi per metro cubo, 90 volte in più rispetto ai parametri stabiliti dall’Oms.
Oltre alla chiusura delle scuole, fra le misure adottate dal governo ci sono il divieto per tre giorni di aprire i cantieri e la chiusura per 10 giorni della centrale termica di Badarpur. Ma esse non sono sufficienti a “ripulire” la città. Anumita Roychowdhury, direttore esecutivo del Centre for Science and Environment (Cse), ritiene che “questi provvedimenti vanno bene, ma senza restrizioni sull’uso di veicoli non saranno d’aiuto”.
Nel 2014 la capitale indiana è stata classificata dall'Oms come la città più inquinata del mondo. Secondo Ravi Agarwal, direttore della Ong Toxics Link che si occupa di tutela amientale, la situazione a due anni di distanza, non sembra essere cambiata: “A Delhi l’inquinamento dell’aria è arrivato al punto da far evacuare la città. È inimmaginabile.”
In India l’inquinamento è la maggiore causa di morte prematura. Secondo l’Oms infatti, ogni anno 620mila persone muoiono per malattie legate all’inquinamento. Nel dicembre 2015 i leader mondiali hanno svolto i negoziati del COP21, con lo scopo di ridurre il riscaldamento globale di 2°C. L’India, sebbene abbia ratificato il 2 ottobre l’Accordo di Parigi sul clima, entrato in vigore il 4 novembre, sembra essere ancora restia a rispettarlo.