Chiesa indiana ad Amnesty: sbagliato rivedere la politica sull'aborto
Il presidente della Conferenza episcopale "dispiaciuto" dell'intenzione di AI di avviare una consultazione interna in materia di aborto. Fino ad oggi l'organizzazione per i diritti umani ha una posizione "neutrale" sull'argomento.
Mumbai (AsiaNews) La Chiesa indiana si dice sorpresa e preoccupata per la decisione di Amnesty International (AI) di avviare una consultazione internazionale tra i suoi soci sulla sua politica, ad oggi neutrale, sull'aborto. "Amnesty dichiara mons. Oswald Gracias, presidente della Conferenza episcopale indiana è sempre stata un'organizzazione credibile, nota per proteggere i diritti umani di tutti, in particolare delle fasce più deboli della società". "Se un'organizzazione così rispettata avverte adotta una politica in favore dell'aborto, dirà addio ai diritti umani, sua caratteristica da oltre 40 anni".
L'attuale politica di AI sull'aborto afferma: "AI non prende posizione sul fatto che le donne abbiano o meno il diritto di scegliere di porre fine a gravidanze indesiderate; non c'è alcun diritto all'aborto generalmente accettato nella legislazione internazionale sui diritti umani". AI ha intenzione di decidere entro il 2007 se adottare una nuova posizione a favore della "depenalizzazione dell'aborto" e di "un sicuro e legale accesso alla pratica in caso di stupro, incesto e situazioni in cui sia a rischio la vita della donna". I cambiamenti proposti ai membri di AI sulla "Politica dei diritti sessuali e riproduttivi" dell'organizzazione vedono l'"aborto legale" come diritto umano internazionale.
"La Chiesa cattolica afferma mons. Gracias ritiene che violenza sessuale e incesto siano violazioni di diritti umani della vittima, ma questo non concede di cancellare i diritti umani del bambino ancora non nato". "In casi di pericolo di vita per la donna continua la Chiesa ritiene che madre e figlio abbiano lo stesso diritto a vivere e che è necessario ogni sforzo per salvare la vita di entrambi".
Secondo mons. Gracias, anche arcivescovo di Agra, "è importante tenere ferma la Dichiarazione Onu dei diritti del bambino che dice: 'il bambino a causa della sua immaturità fisica e intellettuale, ha bisogno di una particolare protezione e di cure speciali, compresa un'adeguata protezione giuridica, sia prima che dopo la nascita'".
Il presule è convinto, inoltre, che bisogna "appoggiare e far conoscere meglio il punto di vista della Chiesa che sostiene i diritti umani di tutti, anche dei bambini non nati".
27/06/2022 10:09