26/08/2014, 00.00
FILIPPINE - IRAQ
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Chiesa filippina: Basta violenze e silenzi colpevoli, Manila intervenga per i nostri fratelli in Iraq

I vertici cattolici contro l'atteggiamento del governo, giudicato "troppo tenero e troppo poco impegnato" per una soluzione del dramma iracheno. Il card. Quevedo: "Il tempo della violenza in nome della religione è passato, dobbiamo condannare con forza i fondamentalisti e rilanciare il dialogo".

Manila (AsiaNews) - Il tempo della religione come scusa per l'egemonia politica "è passato da molto. Ora è il dialogo nel nome della pace che deve caratterizzare il rapporto fra le fedi. Devo condannare con la maggior forza possibile quello che i gruppi fondamentalisti e radicali stanno facendo in Iraq: se non lo facessi, rinnegherei uno dei miei compiti in quanto leader religioso". Lo ha detto questa mattina il card. Orlando Quevedo, arcivescovo di Cotabato e primo cardinale delle Filippine meridionali. Il presule è noto per il suo impegno a favore della pace e del dialogo nell'area di Mindanao, da decenni al centro di scontri fra la comunità musulmana e il governo centrale.

L'uso della forza e della violenza per ottenere una predominanza religiosa - aggiunge il card. Quevedo - "è ingiustificabile davanti a Dio e davanti all'intera umanità. Sono davvero preoccupato per la situazione che si è creata in Iraq e per la terribile persecuzione impunita contro le minoranze religiose". Due settimane fa, anche Cotabato (come centinaia di altre diocesi in tutto il mondo) si è unita alla Giornata di preghiera indetta da papa Francesco per la pace in Medio Oriente. Tuttavia, secondo il vescovo ausiliare di Manila, il governo delle Filippine "non sta facendo abbastanza".

"Abbiamo bisogno - dice mons. Broderick S. Pabillo - che i leader mondiali, e tanto più quelli della nostra nazione, si schierino con forza per la pace. La nostra amata terra è una delle poche in Asia a maggioranza cattolica, e il nostro esecutivo non difende coloro che soffrono per la nostra fede. Manila deve fare di più e intervenire per migliorare la situazione. Mi aspetto che non ci si limiti soltanto alle parole: i filippini, guidati dai loro politici, devono distinguersi anche nell'aiuto umanitario alle popolazioni che soffrono". 

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