Chiesa e attivisti pakistani: Basta proclami, serve subito una legge contro i “delitti d’onore”
La figlia del premier Sharif sollecita la discussione in seguito all’omicidio di Qandeel Baloch, una famosissima modella e blogger. La ragazza è stata uccisa dal fratello per ripristinare l’onore perduto della famiglia. La legge contro i delitti d’onore langue da anni in parlamento. Docente musulmano solleva dubbi: “Una legge ad hoc renderebbe la materia ancora più complessa”.
Islamabad (AsiaNews) – Un’ondata di indignazione si è scatenata in tutto in mondo per l’omicidio della modella pakistana Qandeel Baloch, strangolata dal fratello per ripristinare il l’onore perduto della famiglia. A causa di ciò il governo di Islamabad ha deciso di accelerare la discussione sulla legge che punisce i “delitti d’onore”. La Chiesa cattolica del Pakistan da anni si batte per la protezione delle donne. Il direttore della Commissione nazionale Giustizia e pace - Pakistan, p. Emmanuel Yousaf Mani, afferma: “Aspettiamo la legge da anni, i parlamentari sono sempre stati divisi. Non c’è mai stata una volontà politica di risolvere la questione. Ora la legge deve essere approvata subito”.
Rojar Randhawa, coordinatore di Caritas Pakistan, commenta: “Non è mai troppo tardi, finalmente il governo vuole approvare una legge. Noi accogliamo con favore e sosteniamo il giusto proposito di dare protezione ai gruppi vulnerabili”.
Qandeel Baloch, 26 anni, era una famosissima modella, blogger e youtuber pakistana. I suoi video sono stati visualizzati milioni di volte in tutto il mondo. I comportamenti “liberi” della ragazza hanno attirato da una parte aspre critiche di chi la considerava “una disgrazia per i valori islamici”; dall’altra però veniva osannata come “icona femminile” che tentava di rompere la tradizionale concezione delle donne in Pakistan e sovvertire la mentalità maschilista.
La ragazza ha sempre suscitato reazioni contrastanti, ma ha raggiunto l’apice delle critiche qualche settimana fa quando ha pubblicato una sua foto insieme ad un religioso islamico (v. foto). La condanna delle organizzazioni islamiche avrebbero portato il fratello della donna a compiere l’omicidio, mentre il religioso è indagato per complicità.
Ieri la figlia del premier Nawaz Sharif ha annunciato la riapertura delle discussioni sulla legge che langue in Parlamento da anni. Approvata dalla Camera alta nel 2014, la proposta è rimasta ingolfata nelle pieghe delle sedute parlamentari. Maryam Nawaz Sharif ha assicurato che la legge verrà approvata al massimo entro due settimane e ha già ottenuto l’appoggio del portavoce del Jamaat-e-Islami, uno dei due principali partiti musulmani. Al contrario, il Consiglio per l’ideologia islamica [che nelle settimane scorse ha lanciato una legge a favore delle percosse “lievi” sulle mogli disobbedienti], ha negato l’appoggio.
La pratica dei “delitti d’onore” è molto diffusa in Pakistan. Secondo i dati della Commissione pakistana per i diritti umani (Hrcp), lo scorso anno sono state uccise 1.100 donne. L’argomento riacquista risonanza a fasi alterne, quando accadono episodi di violenza feroce che provocano indignazione.
La Chiesa pakistana invece si batte con costanza da anni per l’abolizione della pratica. P. Emmanuel Yousaf Mani, afferma che “nessuno ha il diritto di uccidere, nessuno è al di sopra della legge. Nella nostra società patriarcale gli uomini commettono atti terribili, che non hanno nulla a che vedere con l’onore delle loro famiglie”.
Alcuni attivisti sottolineano un aspetto importante: la presenza di numerose leggi che puniscono la violenza sulle donne. Naseem George, direttrice dell’Aezaz-e-Niswan Development Organization, dice: “Abbiamo 99 leggi in materia ma devono essere rimossi gli ostacoli per assicurare la giustizia. Baloch aveva comprato una casa per i genitori poveri. La sua vita scorreva con tranquillità fino a quando non ha mostrato la corruzione del religioso”. Peter Jacob, direttore del Centre for Social Justice, aggiunge: “Le protezioni legali non sempre si traducono in protezioni effettive. Dobbiamo incentivare un processo sociale ed educativo”.
D’altra parte Hamza Arshad, docente e ricercatore musulmano, solleva una questione: “Creare una legge apposita per i ‘delitti d’onore’ potrebbe creare confusione con gli ‘omicidi semplici’. Tale legge potrebbe rendere più complessa una materia già complicata. Bisogna solo far passare il messaggio che un omicidio è un crimine. Se il governo vuole fare qualcosa, deve abrogare le leggi islamiche”.
(Ha collaborato Kamran Chaudhry)