Centinaia di santoni indù occupano le tombe cristiane a Pashupati
Rampuria Baba, un saggio del Maharastra (India), dice che "Pashupati è il nostro luogo santo, perché i cristiani, vogliono costruite qui le loro tombe? Dobbiamo cacciarli via e rimuovere tutte le lapidi".
Da giorni i santoni impediscono l’accesso alle sepolture e secondo fonti locali essi hanno aperto tombe, distrutto lapidi e bruciato gli alberi del cimitero per proteggersi dal freddo. Sundar Thapa, cristiano e presidente del Comitato di consulenza per la nuova costituzione, accusa il governo di aver trattato con superficialità il problema delle sepolture di cristiani e tribali, istigando le proteste degli indù. “L’ autorità dovrebbe smettere immediatamente di prenderci in giro e fermare le provocazioni degli indù”. Il tempio di Pashupatinath è il più grande tempio indù del mondo dedicato alla dea Shiva e raccoglie pellegrini da tutte le parti dell’Asia. L’edifico attuale risale al XVII secolo ed è patrimonio dell’Unesco. Fino al 2006, il re del Nepal è stato l’unico interlocutore del Mool Bhatt, sommo sacerdote, e si impediva ai non indù di frequentare l’area sacra, di cremare i cadaveri e di seppellire i morti. Con l’avvento della democrazia e la cacciata dei monarchi, il governo laico ha concesso anche ad altre confessioni religiose l’utilizzo dell’area, autorizzando le sepolture nella foresta di Slesmantak. Ciò per risolvere il problema della mancanza di cimiteri causata dalla speculazione edilizia nella capitale.
Sushil Nahata, segretario del Pashupati Area Development Trust (Pdadt) afferma: “Abbiamo dovuto vietare ai non indù la cremazione e le sepolture per mantenere intatto questo sito secondo il regolamento dell’Unesco”. Tuttavia, fonti locali fanno notare che sono proprio gli indù i primi a inquinare e distruggere l’area, che con la festa di Shiva si trasformerà in una latrina a cielo aperto. Secondo i cristiani le regole dell’Unesco sono solo un pretesto per cacciare via le altre confessioni religiose.