Cautela di Gerusalemme sulla condanna dell'Olocausto da parte di Abbas
Gerusalemme (AsiaNews/Agenzie) - Reazioni caute e diffidenti in Israele all'affermazione fatta ieri dal presidente palestinese Mahmoud Abbas che "l'Olocausto è il crimine più efferato che si è compiuto contro l'umanità in epoca moderna". Frase che egli ha collocato in "una riflessione sul concetto di discriminazione etnica e di razzismo, che i palestinesi rigettano con forza e contro la quale combattono".
La dichiarazione, resa da Abbas in un'intervista all'agenzia palestinese WAFA, è significativamente giunta alla vigilia nel giorno nel quale Israele ricorda la tragedia ed è la prima che riconosce e condanna l'Olocausto. Oggi alle 10, al suono delle sirene, il Paese intero si ferma per due minuti e cerimonie sono previste allo Yad Vashem, alla Knesset e in altri luoghi significativi.
In una dichiarazione diffusa ieri lo Yad Vashem, il museo di Gerusalemme dedicato all'Olocausto, si afferma che "la negazione dell'Olocausto e il revisionismo sono tristemente presenti nel mondo arabo, compresi i palestinesi", quindi l'affermazione di Abbas "potrebbe segnalare un cambiamento che ci aspettiamo si rifletterà nei siti web dell'Autorità, nei corsi di studi e nei discorsi". "Riconoscere i crimini dell'Olocausto è fondamentale per chiunque voglia confrontarsi onestamente con la storia".
Il primo ministro Benjamin Netanyahu, invece, in una intervista alla CNN ha sminuito il valore dell'affermazione di Abbas, sostenendo che il presidente palestinese non può definire l'Olocausto il crimine più efferato che si è compiuto contro l'umanità in epoca moderna e al tempo stesso accordarsi con Hamas, che nega l'Olocausto. "Ciò che il presidente Abbas sta tentando di fare - ha aggiunto - è calmare l'opinione pubblica occidentale che capisce che egli ha inferto un colpo terribile al processo di pace, accordandosi con i terroristi di Hamas. Credo stia cercando il modo di uscirne".