Cattolici libanesi solidali coi musulmani, indignati dal film su Maometto
Beirut (AsiaNews) - Le Chiese cattoliche in Libano hanno risposto all'ondata di indignazione dei musulmani del mondo arabo e del Paese contro il film "L'innocenza dei musulmani", una pellicola virulenta e islamofobica, con contenuti diffamatori nei confronti del profeta Maometto. Su iniziativa del Centro cattolico per l'Informazione (Cci), emanazione della Commissione per le comunicazioni sociali dell'Assemblea dei patriarchi e dei vescovi cattolici del Libano (Apecl), sarà presto indetta una riunione del consiglio morale dei saggi, alla quale parteciperanno i rappresentanti delle principali comunità cristiane e musulmane libanesi. Il primo passo sarà la ferma condanna del film, che costituisce un attentato all'islam; a seguire, essi potrebbero sottoporre all'attenzione delle Nazioni Unite un memorandum sulla vicenda.
Vale ricordare in quest'ottica che su iniziativa di Beirut - presidente di turno della Lega Araba - il ministro libanese degli Esteri Adnan Mansour ha chiesto ai colleghi delle nazioni arabe di riunirsi ed esprimere una ferma condanna della pellicola. Tuttavia, i movimenti islamici libanesi sono scettici circa l'esito [positivo] di una simile richiesta.
Sul piano personale, il deputato ed ex ministro Boutros Harb ha annunciato ieri il proposito di sottoscrivere qualsiasi azione legale internazionale contro gli autori del film in questione; egli si è pure detto disponibile alla formazione di un comitato di controllo. Il politico libanese non ha inoltre escluso l'apertura di un processo in un tribunale degli Stati Uniti.
Il ministro dell'Economia Nicolas Nahas e il presidente del Consiglio generale maronita, Wadih el-Khazen hanno aderito ieri al movimento di indignazione generale, sorto in seguito alla vicenda. Quest'ultimo ha rivolto un appello a tutte le organizzazioni arabe e internazionali perché affrontino la questione e prendano in considerazione l'ipotesi di avviare un'inchiesta criminale contro questi oltraggi alla fede islamica.
L'unione degli ulema, che si è riunita ieri presso la sede del Circolo della stampa, ha sottolineato che il trailer del film che circola in rete, sembra fatto apposta per "seminare discordia fra cristiani e musulmani, in particolare in Egitto". È infatti risaputo che gli autori della pellicola appartengono con tutta probabilità alla comunità copta negli Stati Uniti. Tuttavia, gli studiosi di legge islamica aggiungono che non cadranno in questa trappola e hanno chiesto a Washington stessa di farsi carico di affrontare e punire questo affronto al profeta Maometto. Essi hanno infine respinto come pretestuose e false le giustificazioni secondo cui il governo americano non sarebbe in grado di agire per ottenere il sequestro del film o la sua messa al bando.