Cattolici di Colombo con regali per 450 famiglie cristiane e indù di Mannar
di Melani Manel Perera
Un gruppo do 130 volontari del sud dell’isola ha visitato il villaggio di Adampan. Consegnati pacchi regalo con vestiti, lenzuola, cancelleria e altri beni di prima necessità per un valore complessivo di 3milioni di rupie.
Colombo (AsiaNews) - Un gruppo di 130 volontari della Società di San Vincenzo dell’arcidiocesi di Colombo ha visitato per Natale alcune famiglie di profughi del villaggio di Adampan, nel distretto di Mannar, portando loro in regalo aiuti per 3milioni di rupie, pari a oltre 18mila euro.
P. Mahendra Gunatileke, direttore spirituale della San Vincenzo del decanato di Kandana, racconta ad AsiaNews: “Abbiamo consegnato pacchi contenenti vestiti nuovi, lenzuola, calzature, cancelleria, detersivi e altre cose a circa 450 famiglie indù e cattoliche. Ognuna di loro ha ricevuto aiuti per un valore di circa 5mila rupie”.
L’incontro tra il gruppo proveniente da Colombo e le famiglie di Adampan è stata una festa. Raccolti insieme negli spazi della parrocchia del villaggio hanno trascorso insieme tre ore (foto). Racconta p. Mahendra: “Ci hanno detto che questo è il primo Natale in cui ricevono regali da persone che vengono da fuori e ci hanno ringraziato con molto calore”.
La raccolta dei regali di Natale portati ad Adampan è cominciata in novembre ed ha coinvolto tutti i fedeli del decanato di Kandana. Essi hanno risposto con entusiasmo all’invito di donare qualcosa, tramite la San Vincenzo, per gli ex profughi della guerra della diocesi di Mannar.
Il viaggio verso il villaggio e la zona sino a poco tempo fa teatro della guerra tra esercito e Tigri tamil, è stata poi un’occasione illuminante per i 130 membri del gruppo partito da Colombo. “Solo quando ci siamo trovati insieme a loro - dice p. Mahendra - abbiamo compreso le reali condizioni in cui vivono e l’immenso bisogno di aiuto che hanno”. E aggiunge: “I loro sorrisi calorosi ci hanno rivelato la profonda gratitudine nel ricevere dei fratelli lontani arrivati sin sulla soglia della loro porta di casa per condividere le fatiche che vivono”.
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