Cattolici dello Sri Lanka: le promesse di Sirisena ai tamil “sono un inganno”
Colombo (AsiaNews) – Il presidente Maithripala Sirisena ha promesso a tutti i rifugiati tamil di dare delle terre su cui costruire le loro case. Ma le sue promesse “sono solo un inganno. I tamil sono stati ingannati in passato e lo sono tutt’ora”. Lo dicono ad AsiaNews alcuni sacerdoti e suore cattolici, commentando l’annuncio fatto da Sirisena nei giorni scorsi, in cui dichiarava di voler consegnare dei terreni agli sfollati della guerra civile. Il capo dello Stato ha anche detto che restituirà delle proprietà private occupate dall’esercito nelle zone di guerra. “Ma questo è falso – dice una suora – perché la Marina militare sta requisendo proprio in questi giorni un terreno di 617 acri nella provincia settentrionale per adibirlo a base navale”.
Lo Sri Lanka è stato teatro di una sanguinosa guerra civile tra l’esercito regolare e i ribelli delle Tigri Tamil dal 1983 al 2009. Il conflitto ha provocato 40mila morti solo nelle ultime fasi e costretto 200mila persone a abbandonare le proprie case. Secondo gli ultimi dati, sono ancora 100mila gli sfollati interni.
A questi il presidente Sirisena ha promesso di voler dare dei terreni entro sei mesi. La massima autorità statale si è detto anche “responsabile per non essersi reso conto delle condizioni di vita miserabili in cui vivono i tamil”. “Ma questo è ridicolo”, riferisce ad AsiaNews p. Terrance Fernando, sacerdote singalese e attivista. “È ridicolo sentire un commento simile da una persona che per 27 anni è stata membro del Parlamento e negli ultimi 17 anche ministro di governo. Egli dimostra di aver ignorato del tutto i problemi dei tamil”.
Il sacerdote aggiunge che “i tamil non hanno bisogno di false illusioni, ma di gesti concreti e giustizia”. L’attivista fa notare inoltre che il presidente ha parlato in generale di dare delle “terre” e non “le terre che appartenevano di diritto alle popolazioni locali”. Una distinzione rilevante, sostiene, “che non favorisce le persone che vivevano nella parte orientale del Paese”.
Suor Nichola Emmanuel, di origine tamil e attivista, aggiunge: “Sirisena ha detto che l’esercito ridarà delle terre occupate durante la guerra. Ma mentre lui fa queste dichiarazioni, a Mulaitivu [sulla costa nord-orientale – ndr] i militari della Marina vogliono costruire una base navale. I legittimi proprietari del terreno si sono opposti e hanno organizzato una manifestazione. Anche un altro centinaio di famiglie che vivono nella giungla di Sooriyapuram, vicino al loro villaggio di Keappaa-pulavu, hanno manifestato contro l’esercito regolare che occupa le loro case”.
Suor Nichola riferisce che le forze armate occupano ancora vari distretti del nord, come quelli di Batti e Mannar, e rifiutano di abbandonare il territorio. Ci sono inoltre episodi di espropri di terre. “La mia impressione – conclude – è che per i tamil il futuro sarà tetro. I militari non lasciano le terre, la questione delle persone scomparse è irrisolta. Stessa sorte anche per i prigionieri politici. Tutto è fermo e in silenzio”.