Cattolici d’Asia per le vittime del ciclone in Myanmar
Manila (AsiaNews) – Le Chiese dell’Asia continuano la loro mobilitazione a favore delle vittime del ciclone Nargis in Myanmar. In alcuni casi inviano aiuti tramite i canali cattolici, in altri invece collaborano con la comunità buddista locale. Nelle Filippine, la Caritas Manila manderà oggi la prima tranche degli aiuti raccolti nelle varie parrocchie dell’arcidiocesi attraverso due sacerdoti birmani in partenza per il loro Paese d’origine. P. David Kyaw Kyaw Lwin e p. Philip Maka Naw Aung si trovano nelle Filippine per motivi di studi, ma appena appreso del disastro che ha colpito i loro connazionali hanno pensato di organizzare un viaggio speciale per portare aiuti a casa.
Il direttore esecutivo della Caritas Manila, p. Anton Pascal, spiega che l’intervento di soccorso è coordinato con la Caritas Internationalis in Thailandia e con i vescovi birmani. I fedeli filippini hanno risposto con generosità all’appello lanciato da mons. Broderick Pabillo, presidente del Segretariato nazionale per l’azione sociale (Nassa) della Conferenza episcopale delle Filippine (Cbcp). Il presule ha chiesto a tutti di partecipare con offerte in denaro o donando vestiti e cibo.
Circa 100 sacerdoti, suore e laici birmani si trovano attualmente nelle Filippine per diversi motivi. Tutti stanno pregando per il loro Paese e perché gli aiuti possano arrivare ai superstiti, nonostante gli ostacoli frapposti dal regime militare.
Anche la comunità cattolica dello Sri Lanka mostra grande solidarietà verso la tragedia birmana. Qui la Caritas (Sedec) ha consegnato ai responsabili religiosi buddisti latte in polvere e cibo per il valore di 5000 dollari. Alcuni monaci cercheranno di portare gli aiuti in Myanmar. “La solidarietà cattolica verso i birmani (per la maggior parte buddisti, ndr) è un dovere – spiega ad AsiaNews il direttore nazionale del Sedec, p. Damian Fernando – ancora ricordiamo i soccorsi arrivati dagli amici internazionali dopo lo tsunami che nel 2004 ha colpito la nostra gente”. “Aiutiamo questo popolo il prima possibile”, conclude il sacerdote.