Cattolici coreani contro serie tv che ironizza su matrimonio cristiano
Il programma, intitolato “Pellegrinaggio”, è andato in onda per settimane mostrando esperienze “quotidiane” delle diverse fedi religiose. Intanto continua il cammino verso la santità del pioniere della missione in Corea.
Seoul (AsiaNews) - Una serie televisiva trasmessa di recente dalla televisione sud-coreana ha scatenato l’ira dei cattolici nel Paese, perché si fa beffa del matrimonio cristiano e dei valori che racchiude, come denunciato il 3 gennaio scorso dalla Cpbc (Catholic Peace Broadcasting Corporation). Il programma, intitolato “Pellegrinaggio”, è stato trasmesso dall’emittente privata Mbc ogni martedì dal 31 ottobre sino a metà dicembre, mostrando esperienze e vita quotidiana del clero di diverse confessioni religiose, dal cattolicesimo al protestantesimo, fino al buddismo. E in una di queste puntate, il presentatore ha posto domande ironiche a un prete cattolico sugli insegnamenti cristiani in tema di sessualità e matrimonio.
“Perché il cristianesimo persegue la castità prima del matrimonio?” avrebbe chiesto il conduttore, che poi ha ironizzato su alcuni precetti dell’educazione cattolica in tema di sessualità, con domande esplicite a un sacerdote presente in studio, che ha risposto prontamente, seppur turbato: la Chiesa si oppone alla “strumentalizzazione del sesso”. Di certo vi è che la derisione del presentatore e le espressioni usate hanno sollevato l’indignazione dei cristiani coreani, molti dei quali hanno affidato alla rete e ai social messaggi di protesta e disapprovazione.
Alexander Jeong Gyeong-heon, 22 anni, ha avvertito: “Dobbiamo prestare attenzione alle trasmissioni che fanno intrattenimento sacrificando la religione, con il solo scopo di divertire il pubblico. Se non lo facciamo, potremmo trasmettere dottrine sbagliate - ha proseguito - a credenti e non credenti”. Inoltre p. Park Eun-ho, direttore dell’Istituto cattolico di bioetica, ha notato che il contenuto della trasmissione presentava diversi errori e incongruenze, spiegando che per la Chiesa “la vita umana” inizia nel momento in cui avviene la fecondazione. “Dio - ha spiegato - ha creato gli esseri umani uomo e donna. La Chiesa considera il rapporto sessuale come atto che esprime l’amore e l’unità di una coppia in cui [i due coniugi] si donano completamente l’uno all’altra”.
Inoltre, il programma ha sollevato preoccupazioni tra i cristiani, poiché mostrava un rappresentante del clero cristiano intento a “sperimentare” elementi legati alla “mondanità” come l’esplorazione della cultura giovanile, il gioco dei tarocchi o il “lusso” di guidare un’auto straniera. “La trasmissione - ha attaccato il 29enne Gabriel Lee - si è rivelata fonte di delusione perché sembrava voler minare la fiducia nella religione” perseguendo uno scopo contrario al programma per “mancanza di comprensione” degli insegnamenti religiosi di base.
Di contro, il vescovo ausiliare di Seoul mons. Job Koo Yo-bi ha esortato i cattolici della Corea del Sud a imparare dal buon esempio di un vescovo missionario francese, pioniere della missione, che ora è sulla via della santità. Il prelato lo ha spiegato durante un simposio intitolato “La vita del vescovo Bruguiere e il contesto della missione in Corea”, come riportato dalla Cpbc il 7 dicembre scorso. Mons. Job ha incoraggiato la formazione del futuro clero nel Paese secondo la vita e l’esempio del vescovo Barthelemy Bruguiere (1792-1835), membro della Società per le missioni estere di Parigi (Mep) e primo vicario apostolico della Corea. Il Comitato arcivescovile di Seoul per la beatificazione e la canonizzazione, presieduto dallo stesso mons. Job, ha organizzato il simposio che comprendeva cinque presentazioni e una discussione generale su argomenti riguardanti la vita di mons. Bruguiere e il valore della sua presenza nel contesto asiatico.
Il servo di Dio Barthelemy Bruguiere, missionario del Mep, è stato il primo vicario apostolico della Corea e il primo vescovo coadiutore del Siam (Thailandia). Il 9 settembre 1831, papa Gregorio XVI istituì il vicariato apostolico di Corea e nominò Bruguiere alla guida. Il 12 settembre 1832, mons. Bruguiere e Joseph Wang, uno studente del seminario di Penang, salpano da Singapore per la Cina, dove trascorre alcuni anni in preparazione all’ingresso in Corea assieme al confratello e missionario Mep Pierre-Philibert Maubant, partendo alla volta del Paese il 7 ottobre 1835. Insieme a Bruguiere, l’arcidiocesi di Seoul chiede la canonizzazione del card. Stephen Kim Sou-hwan e di p. Leo Bang Yoo-ryong (1900-1986), fondatore del primo ordine religioso autoctono, la Congregazione clericale dei Beati martiri coreani.
28/02/2006
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