Caritas Internationalis al Wto: brevetti sui vaccini, problema irrisolto
Nuovo appello dell'organismo ecclesiale in occasione della Conferenza ministeriale in corso a Ginevra: vengano sospesi i diritti di proprietà intellettuale sulle tecnologie mediche necessarie per far fonte al Covid-19. Nei Paesi a basso reddito solo il 17,6% delle persone è stato immunizzato. "I poveri sono stati lasciati soli".
Città del Vaticano (AsiaNews) - Rinunciare ai diritti di proprietà intellettuale per tutte le tecnologie mediche, al fine di sostenere la condivisione di informazioni e il trasferimento di tecnologie ai Paesi in via di sviluppo, per aiutarli a rispondere alla pandemia di Covid-19. È l’appello che Caritas Internationalis è tornata a lanciare in occasione della dodicesima Conferenza ministeriale dell'Organizzazione Mondiale del Commercio (WTO), in corso a Ginevra fino al 15 giugno.
Dopo ormai 18 mesi di negoziati relativi all'Accordo sui diritti di proprietà intellettuale legati al commercio (TRIPS), l’auspicio che l’esperienza della pandemia potesse aprire le porte alla ricerca e all'implementazione di soluzioni efficaci, estese e complete per tutelare la vita delle persone più povere e vulnerabili nel mondo è rimasta solo un’intenzione. Secondo gli ultimi dati dell’Onu, nei Paesi a basso reddito solo il 17,6% delle persone ha ricevuto almeno una dose del vaccino contro il Covid-19, mentre il 72,2% delle persone nei Paesi ad alto reddito è stato vaccinato con almeno una dose. Le persone che vivono in povertà - le più esposte alle malattie e al loro impatto - sono state lasciate sole e non hanno accesso all'assistenza sanitaria, ai vaccini e alle tecnologie e alle risorse sanitarie essenziali per affrontare il Coronavirus e le varianti emergenti.
Per questo Caritas Internationalis torna a chiedere la rinuncia a tutti i diritti di proprietà intellettuale per la durata della pandemia, per permettere ai Paesi del Sud globale di produrre vaccini e di rafforzare i sistemi sanitari rendendoli capaci di far fronte a potenziali pandemie future. Questo non può essere fatto se non si concorda un rapido trasferimento di conoscenze attraverso la formazione e l'accompagnamento alla produzione di vaccini.
«È un diritto fondamentale di ogni persona avere accesso all'assistenza sanitaria in qualsiasi circostanza, soprattutto durante le pandemie – spiega in una nota il segretario generale dell’organismo ecclesiale, Aloysius John - In seguito alla pandemia di COVID-19, che continua ad avere un impatto sulla vita di milioni di persone in tutto il mondo, è diventato evidente che i cittadini dei Paesi in via di sviluppo devono avere un accesso equo ai vaccini».
Gli accordi raggiunti finora – sostiene Caritas Internationalis - non rappresentano ancora una deroga temporanea completa, in quanto: sono stati imposti nuovi ostacoli ai Paesi che cercano di rimuovere le barriere relative alla proprietà intellettuale e di aumentare la produzione di farmaci contro il Covid-19; non coprono tutte le barriere relative alla proprietà intellettuale che ostacolano l'accesso alle tecnologie; non coprono i prodotti terapeutici e diagnostici; escludono interi Paesi.
«Chiediamo con urgenza a tutti i Paesi - aggiunge John - di prendere le loro decisioni nel rispetto dei diritti umani, assicurandosi che la dignità di ogni individuo sia preservata e che prevalga la giustizia sociale».
07/10/2022 11:54