Caritas Cipro: Costruire una cultura di pace e riconciliazione tra Europa e Medio oriente
Roma (AsiaNews) – Rappresentare un’isola del Mediterraneo che è parte dell’Unione europea, ma che è a pochi chilometri dal Medio oriente, per Caritas Cipro significa “lavorare per rafforzare il processo di pace e contribuire alla costruzione di una cultura di perdono, pace e riconciliazione”. Lo afferma ad AsiaNews mons. Youssef Soueif, arcivescovo maronita di Cipro e presidente dell’organizzazione cattolica. Insieme a delegati provenienti da tutto il mondo, il presule è a Roma per l’Assemblea generale di Caritas Internationalis (12-17 maggio 2015), durante la quale si eleggerà la nuova leadership e si decideranno le strategie per i prossimi quattro anni.
Insieme al card. Luis Antonio Taglie, arcivescovo di Manila, mons. Soueif è candidato alla presidenza di Caritas Internationalis, retta negli ultimi otto anni dal card. Oscar Rodriguez Maradiaga.
“L’isola di Cipro – spiega ad AsiaNews il presule – è sede di una delle prime comunità cristiane, che oggi convive insieme a musulmani, greco-cattolici, maroniti, cattolici di rito latino. È un’oasi di coesistenza di tante famiglie, che dà a Cipro la sua identità e la sua missione”. Essendo divisa de facto dal 1974, dopo l’occupazione del nord da parte della Turchia, la Caritas locale lavora costantemente per “sviluppare uno spirito di riconciliazione umana, di perdono e di pace”.
Diventare membro dell’Unione europea ha portato il Paese a sentire in modo pesante gli effetti della crisi economica. Questo, sottolinea mons. Soueif, ha spinto Caritas Cipro a “promuovere iniziative per trovare opportunità di lavoro per i giovani”. Una missione che “secondo noi è essenziale per tutto il mondo, perché ovunque il tasso di disoccupazione è molto alto”.
L’orizzonte di Caritas Cipro si estende ben al di là dei propri confini: “Nella visione di Caritas Internationalis – spiega – noi siamo parte del Medio oriente. Questo ci rende molto sensibili ai problemi della regione, soprattutto ai conflitti e alle persecuzioni che le comunità di minoranza, cristiane e non cristiane, stanno affrontando. Di conseguenza svolgiamo un ruolo di accoglienza e assistenza di queste persone, per offrire al Medio oriente uno spazio di comprensione e dialogo”.
Al momento tale missione si traduce anche in un grande lavoro con i migranti: “Sull’isola ce ne sono molti dall’Asia, dall’Africa, e di recente dal Medio oriente. Insieme ai nostri collaboratori stiamo costruendo strutture assistenziali, per ascoltarli e accompagnarli in questo momento difficile”.
Negli ultimi quattro anni mons. Soueif è stato anche membro del consiglio rappresentativo di Caritas Internationalis. Di questa esperienza il presule spiega di sentirsi “molto grato”, perché “la Caritas è al cuore della Chiesa, è l’espressione della missione della Chiesa per tutti i poveri. Papa Francesco rinnova sempre questo suo desiderio di vedere una ‘Chiesa povera per i poveri’, e noi – con i nostri programmi – cerchiamo di metterlo in pratica”.
Tema dell’Assemblea generale in corso è “Una famiglia umana, custodire il creato”. “Il motto che abbiamo scelto – spiega ancora ad AsiaNews – ha due significati. Anzitutto che, pur essendo diversi nelle nostre culture, dobbiamo essere un unicum, appunto una famiglia umana. Secondo che, per custodire il creato, si deve partire dall’essere umano, perché Dio ha creato ogni cosa, ma la sua prima creazione è stata la persona. Quindi dovremmo prenderci cura di noi stessi, dei nostri fratelli e delle nostre sorelle, in particolare degli emarginati, dei poveri, di chiunque sia lontano dall’attenzione della società e della politica, dalle strutture”.
Tuttavia, sottolinea, “Caritas Internationalis promuove questi valori partendo da un’esperienza spirituale. Perché Caritas è Chiesa e quando dichiamo Chiesa intendiamo preghiera, meditazione, eucarestia, Parola di Dio. Questi sono i fondamenti della nostra missione. La Caritas non è una Ong, ma appartiene al progetto della carità”.
Secondo mons. Soueif, dal punto di vista internazionale le sfide più urgenti sono due: “Una, di tipo pastorale, è quella di portare la Caritas in ogni parrocchia del mondo. Questa associazione non è una Ong, appartiene al progetto di carità che ogni fedele deve sentire nel suo cuore e nella sua anima come propria missione. La seconda è di tipo ambientale: custodire il creato significa salvare l’ambiente e lavorare per un mondo pulito. Un pianeta inquinato colpisce in modo diretto l’esistenza delle persone”.
23/01/2020 12:08