19/12/2018, 09.18
IRAQ - VATICANO
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Cardinale irakeno: la nascita di Cristo messaggio di speranza per una umanità nuova

Mar Sako: in Gesù l’esempio di umanità da seguire. Dai cristiani un contributo essenziale per la rinascita del Paese. L’unità fra fede ed etnie diverse è la base su cui costruire il futuro. La messa della vigilia a Baghdad concelebrata dal segretario di Stato Vaticano. La visita di Parolin prepara un futuro viaggio del papa in Iraq? 

 

Baghdad (AsiaNews) - Il periodo di Avvento che prepara alla venuta di Cristo è una occasione di “rinascita per la natura umana”, che da “bestia predatrice” si eleva a “essere completo e perfetto” secondo un ideale di “umanizzazione” [“mithbarnashutha”, in lingua siro-caldea]. È quanto scrive il primate caldeo, il card Louis Raphael Sako, nel messaggio di Natale rivolto ai cristiani irakeni e inviato ad AsiaNews. “Ogni essere umano - prosegue il porporato - trova in Gesù un esempio perfetto di umanità da seguire e si conforma all’immagine di Dio”. 

In una nazione sconvolta di recente da guerre, violenze, minacce jihadiste tuttora presenti, instabilità politiche e un lento cammino di democratizzazione, il valore “dell’unità” fra cittadini di etnia e religione diversa rappresenta il fondamento sui cui costruire il futuro. Una missione alla quale sono chiamati anche i cristiani “attraverso la testimonianza della nostra fede, delle preghiere, dell’amore al prossimo” e con il “contributo di ciascuno alla rinascita del nostro Paese”. 

Il cardinale irakeno celebrerà la messa della vigilia di Natale assieme al segretario di Stato Vaticano e braccio destro di papa Francesco, il cardinale Pietro Parolin. Per la prima volta nella storia il più stretto collaboratore di un pontefice andrà in visita ufficiale in Iraq, dal 24 al 28 dicembre; egli visiterà la capitale Baghdad, Erbil e alcune cittadine cristiane della piana di Ninive.

Fonti cattoliche di AsiaNews in Iraq sottolineano che il viaggio di Parolin potrebbe rappresentare la premessa per una visita, in un futuro prossimo, di un papa nel Paese arabo. 

Tornando al messaggio di Natale del patriarca caldeo, egli sottolinea che nella nascita e nella testimonianza del Cristo vivente trovano “pieno compimento” le sofferenze, la morte e la resurrezione. “Nonostante le molte cattiverie che albergano nell’uomo - aggiunge - il cristiano possiede grazie sufficienti per portare a compimento il progetto di rinnovamento interiore”.
Mediante i Sacramenti, come il battesimo e l’Eucarestia, “riceviamo la grazia dell’unità in Gesù Cristo e veniamo da Lui abbracciati”. Una chiamata, sottolinea il porporato, che richiede “un impegno quotidiano, coraggio e un duro lavoro” e che è rivolta “a tutti gli uomini di buona volontà, che si aprono in modo sincero alla grazia di Dio”, in un’ottica comune di “fratellanza, amore e pace” che riguarda tutto il genere umano, senza distinzioni. 

Rivolgendosi ai fedeli, il primate caldeo ricorda la “centralità” della fede nella vita di ogni uomo e l’importanza della preghiera e della partecipazione alla vita della comunità. L’essere cristiano, aggiunge, richiede una quotidiana “testimonianza di fede, di preghiera e di servizio” agli altri. “La fede - avverte - prepara il terreno alla vita secondo la Parola di Dio e aiuta a essere figli di Dio, più che servi del demonio”. “Spero che il Natale - conclude il porporato - sia una occasione per rafforzare la fede e testimoniare il servizio di amore e di pace” come auspicato da papa Francesco. “E quanti sono fonte di divisione, creano caos e confusione esasperando i precetti della religione, dell’etnia o del genere non credono in Dio e non hanno titolo per definirsi uomini di fede”.

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