Cardinale di Hanoi: Le sofferenze hanno reso più forte la Chiesa del Vietnam
Città del Vaticano (AsiaNews) - La creazione cardinalizia dell'arcivescovo di Hanoi "manifesta la volontà di papa Francesco di far conoscere le Chiese che sono molto lontane, ma che sono anch'esse egualmente parte della Chiesa di Cristo". Ma soprattutto, è anche il segnale della "attenzione" del pontefice per le realtà "che hanno molto sofferto in passato, ed è proprio grazie a queste sofferenze che la fede è diventata ogni giorno più forte, più solida". Con queste parole il card. Pierre Nguyên Văn Nhon, arcivescovo di Hanoi, ha commentato ad AsiaNews la sua nomina cardinalizia - 20 nuovi porporati, di cui tre provenienti dall'Asia - nel concistoro dello scorso 14 febbraio. Una giornata di festa per i cattolici del Vietnam, alcuni dei quali presenti nell'atrio dell'Aula Paolo VI in Vaticano per salutare e rendere omaggio al neo porporato.
Il card Pierre Nguyên Văn Nhon è nato il primo aprile 1938 a Da Lat. A 11 anni entra nel seminario minore di Saint Joseph a Saigon (oggi Ho Chi Minh City), frequentando poi il Pontificio collegio San Pio X a Da Lat per gli studi filosofici e teologici. Ordinato sacerdote il 21 dicembre 1967, ha insegnato al seminario minore di Da Lat, quindi è divenuto rettore del seminario maggiore. Il 19 ottobre 1991 Giovanni Paolo II lo nomina vescovo coadiutore della diocesi, l'ordinazione episcopale è del 3 dicembre. Dal 2007 al 2013 è presidente della Conferenza episcopale vietnamita. Promosso coadiutore dell'arcivescovo di Hanoi il 22 aprile 2010, il 13 maggio succede a mons. Joseph Ngô Quang Kiêt in seguito alla rinuncia al governo pastorale.
In questi anni egli ha cercato di mediare con le autorità comuniste di Hanoi, spesso protagoniste di violenze, abusi se non addirittura persecuzioni verso la comunità cattolica locale. Il porporato in un primo momento è stato accusato di mantenere una linea fin troppo morbida e conciliatoria verso le autorità; in realtà egli ha sempre difeso il principio della libertà religiosa ed è intervenuto con forza nelle controversie che hanno riguardato il possesso dei terreni e le proprietà della Chiesa, o gli attacchi contro la diocesi di Vinh.
"Il Vietnam è povero, si può dire che ancora oggi nel Paese manchi di tutto" racconta il neo cardinale, il quale aggiunge però che "una cosa è certa, in Vietnam non manca la fede e quando si ha la fede si possiede tutto ciò che serve davvero". "Noi siamo molto felici di fare parte della Chiesa di Cristo - prosegue l'arcivescovo di Hanoi - e intendiamo far conoscere con sempre maggior vigore il Vangelo, percorrere il cammino della Nuova evangelizzazione e annunciare la Buona Novella agli altri".
In tema di libertà religiosa e di abusi contro la comunità cattolica il porporato afferma che "è necessario stare in Vietnam, essere sul posto, solo così si può davvero capire cosa significhi". E aggiunge che "se si guarda dall'esterno, non si riesce a capire bene la situazione". Ai cattolici di tutto il mondo chiede però di "pregare per noi", perché "possiamo condividere la nostra fede con un numero sempre più crescente di persone".
In Vietnam, nazione di circa 90 milioni di abitanti in larga maggioranza buddisti (48%), i cattolici sono il 7% circa della popolazione; quasi il 20% gli atei o le persone che non professano una particolare fede. L'arcidiocesi di Hanoi comprende una popolazione di oltre 5,6 milioni di persone, i cattolici sono 350mila circa.
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