Card. Zen: Ricordiamo i “nostri martiri” di Tiananmen
Hong Kong (AsiaNews) – Le vittime del massacro di Tiananmen sono “nostri martiri” e non possiamo “dimenticarli”: così il card. Joseph Zen risponde ai tentativi di annacquare la memoria degli eventi del 4 giugno 1989, che nel territorio ha il suo acme nella veglia a lume di candela che si svolge da 25 anni al Victoria Park.
Il vescovo emerito di Hong Kong spiega ad AsiaNews che nei giorni precedenti l’anniversario in molte chiese del territorio si sono celebrate messe per i defunti, per i “martiri” uccisi in piazza Tiananmen e che prima della Veglia di stasera, i cattolici e i protestanti terranno – come sempre – un incontro di preghiera, che confluirà poi nel grande raduno del Victoria Park. A guidare la preghiera sarà mons. Joseph Ha, vescovo ausiliare di Hong Kong, responsabile di Giustizia e Pace.
“Alcuni cattolici – spiega il cardinale – dicono che è tempo di dimenticare, che è inutile ricordare i fatti del passato. Ma i giovani che hanno sacrificato la vita per la libertà lo hanno fatto anche per noi. Per questo non possiamo dimenticare”.
Il card. Zen ha spesso spiegato che il destino democratico di Hong Kong è legato a quello della Cina. Il territorio è l’unico luogo cinese in cui si commemorano gli eventi di Tiananmen. Negli anni, molti dalla Cina sono giunti ad Hong Kong proprio per partecipare alle manifestazioni in ricordo degli uccisi. Anche molti dissidenti e Madri di Tiananmen (l’associazione dei parenti degli uccisi) guardano con riconoscenza alla veglia e a tutte le attività che fanno memoria del movimento degli studenti e operai falciato dall’esercito e dai carri armati.
Quest’anno, per la prima volta, la Federazione degli studenti universitari ha deciso di non dare l’adesione ufficiale alla veglia, organizzata dalla “Alleanza di Hong Kong a sostegno del movimento patriottico e democratico della Cina”, che raduna diversi gruppi pro-democrazia e sindacati. Molti studenti vi parteciperanno comunque, ma in modo individuale.
L’atteggiamento della Federazione è stato bollato come “localismo”, un tendere a vedere i problemi di Hong Kong in modo separato da quelli della Cina. In questo modo la Federazione pensa di poter frenare Pechino dall’intervenire negli affari politici di Hong Kong. La Federazione è frustrata perché la proposta del suffragio universale per l’elezione del capo dell’esecutivo del territorio è stata bloccata dalla Cina, che ha messo in atto un meccanismo per l’elezione di solo tre candidati “amici della Cina”, votati da un comitato di rappresentanti in cui la maggioranza è scelta da Pechino.
Lo scorso anno la veglia ha radunato più di 150mila persone (v. foto).
04/06/2021 16:56