Card. Toppo: La Chiesa in India e in tutta l’Asia gioisce per la canonizzazione di Madre Teresa
L’arcivescovo di Ranchi commenta il decreto firmato questa mattina da papa Francesco. Egli racconta ad AsiaNews una profonda amicizia personale con la fondatrice delle Missionarie della Carità, nata nel 1978 quando fu nominato vescovo di Dumka. L’impegno della futura santa verso la natura e l’ambiente, testimoniato nella sua determinazione a vivere in povertà.
Ranchi (AsiaNews) – Questa mattina papa Francesco ha firmato il decreto per la canonizzazione di Madre Teresa di Calcutta e ha stabilito che la fondatrice delle Missionarie della Carità verrà dichiarata santa il prossimo 4 settembre a Roma. AsiaNews ha raccolto il ricordo del card. Telesphore Toppo, arcivescovo di Ranchi. Egli racconta di quando, da giovane vescovo, ebbe il privilegio di trasportare la Madre nella sua automobile. “Ero intimidito da una persona come lei”. Alla domanda “Da dove prende la forza per fare tutto quello che fa?”, la risposta di Madre Teresa arriva veloce come un proiettile: “Gesù nell’Eucaristia”. Traduzione a cura di AsiaNews.
Madre Teresa è l’immagine della misericordia di Dio. In questo Giubileo della Misericordia la Chiesa universale e la Chiesa in India e in Asia esprimono grande gioia e gratitudine.
Il mio legame personale con Madre Teresa è iniziato nel 1978, quando sono stato nominato vescovo di Dumka e ho scritto di persona un biglietto alla Madre invitando le sue Missionarie della Carità ad aprire una casa nella nostra diocesi. Madre Teresa con estrema sollecitudine inviò le sue figlie/sorelle e dal 1978 ho condiviso una profonda amicizia personale con lei.
La canonizzazione di Madre Teresa produrrà un grande impeto missionario per l’Asia e per la Chiesa universale. Noi offriamo una gioiosa gratitudine a Dio per l’inestimabile dono che l’India ha dato alla Chiesa universale e alla comunità mondiale: la nostra Madre Teresa di Calcutta. La vita della Madre è stata guidata da una passione nel costruire vite attraverso il perdono e la guarigione, donando loro dignità e rendendole veri esseri umani a immagine e somiglianza di Dio.
Madre Teresa fu davvero consapevole dell’ambiente e del suo impegno verso la natura, e ha voluto che esso fosse incluso nella sua vita. La sua insistenza per una vita trascorsa nella povertà è un chiaro esempio di questo.
Quando Madre Teresa aveva intorno ai 13-14 anni, ascoltò i discorsi di due padri gesuiti albanesi che lavoravano nella missione di Calcutta, che includeva anche Ranchi, mentre essi erano ritornati in Albania per una visita. I padri parlarono con i bambini della scuola per promuovere le vocazioni missionarie e raccogliere fondi per la loro missione. Tra coloro che li ascoltava vi era una giovane di nome Agnes: la ragazza seguì con attenzione uno dei missionari che parlava di quello che stava accadendo tra i tribali di Ranchi, e decise di venire in India per lavorare tra i tribali di Ranchi.
Quando ero un giovane vescovo, ho avuto il privilegio di portare Madre Teresa nella mia macchina. Lei era accompagnata da tre Missionarie della Carità. Dalle suore venni a sapere che Madre Teresa aveva lavorato fino a mezzanotte inoltrata per riorganizzare la loro comunità. Lei sedeva accanto a me e io ovviamente mi sentivo intimidito nel trovarmi accanto ad una persona come lei. Ma essendo una vera Madre, mi disse di rilassarmi. Questo mi diede coraggio. Io le dissi: “Madre, ho saputo che ha lavorato fino a tardi la scorsa notte. Lei non è più giovane. Da dove prende la forza per fare tutto quello che fa?”. La sua risposta arrivò alla velocità di un proiettile: “Gesù nell’Eucaristia”.
Noi esultiamo di gioia per la misericordia del Padre in questo straordinario Giubileo della Misericordia!
15/03/2016 12:16