Card. Ranjith: scuole chiuse e silenzio nell'anniversario delle bombe di Pasqua
L'arcivescovo di Colombo ha indetto due gesti simbolici nella ricorrenza dei due anni dalla bombe del 21 aprile 2019 ribadendo la protesta per le reticenze del governo nelle indagini. Anche il Consiglio dei musulmani dello Sri Lanka invita alla preghiera per le vittime e chiede la verità.
Colombo (AsiaNews) - Le scuole cattoliche chiuse e l'invito a tutti cittadini dello Sri Lanka ad osservare due minuti di silenzio. Così il cardinale arcivescovo di Colombo Malcom Ranjith ha invitato a ricordare domani il secondo anniversario degli attentati della Pasqua 2019, avvenuti il 21 aprile di due anni fa. Un appello che il cardinale ha accompagnato ribadendo la sua insoddisfazione per gli esiti della commissione di inchiesta che avrebbe dovuto fare luce su queste stragi e l'accusa al governo di “giochi politici” che stanno minando la sua fiducia nelle indagini. Nonostante questo, però, domani non ci saranno manifestazioni di piazza contro la lentezza dimostrata dallo Stato nel ricercare gli autori degli attentarti, come invece qualche settimana fa era stato paventato.
In una conferenza stampa tenuta ieri in arcivescovado a Colombo il cardinale Ranjith ha invitato in maniera particolare i cattolici e tutti i leader religiosi ad osservare due minuti di silenzio domani mattina alle 8,45, l'ora in cui il 21 aprile 2019 scoppiò nel santuario di Sant'Antonio a Kochchikade la prima bomba della serie di attacchi che uccisero 279 persone e fecero oltre 500 feriti. Il porporato ha anche aggiunto che in questo secondo anniversario tutte le scuole cattoliche resteranno chiuse.
La conferenza stampa è stata, però, anche l'occasione per ribadire le accuse al governo sulle lacune nelle indagini. “Le macchinazioni della politica - ha detto - sembrano oscurare gli sforzi per portare gli autori degli attentati davanti alla giustizia”. A una domanda in cui veniva ricordata la sua intenzione di portare il Paese in piazza nel secondo anniversario nel caso il governo non avesse dato segnali credibili sulle indagini, il cardinale Ranjith ha risposto dicendo che “tutto ciò che vogliamo è un programma serio. Continueremo a mostrare – ha aggiungo – che la nostra gente è con noi Continueremo questa battaglia finché non avremo un'indicazione chiara che il governo ha intenzione di investigare davvero e di rivelare al pubblico le conclusioni. Non è un problema dei cristiani o dei cattolici. Si tratta di un problema del Paese e della sua sicurezza”. L'arcivescovo di Colombo ha anche aggiunto che arresti ad hoc e scarcerazioni non aiutano certo ad avere fiducia nelle indagini.
Già a partire da questa sera si terranno veglie di preghiera con l'adorazione eucaristica nel santuario di Sant'Antonio nel quartiere di Kochchikade a Colombo e nella chiesa di San Sebastiano nel quartiere di Katuwapitiya a Negombo, entrambi luoghi della strage. Le celebrazioni proseguiranno poi nella giornata di domani. Il portavoce della polizia ha reso noto che è stato chiesto agli agenti di rafforzare le misure di sicurezza intorno alle chiese di tutta l'isola in occasione dell'anniversario.
Intanto anche il Consiglio dei musulmani dello Sri Lanka (Mcsl) ha diffuso un comunicato in cui sostiene e fa proprio l'invito dell'arcivescovo ad osservare domani i due minuti di silenzio in memoria delle vittime degli attacchi di Pasqua. “Chiediamo anche ai musulmani – scrive il vice-presidente Hilmy Ahamed - di pregare per questi defunti nel santo mese di Ramadan”.
Da parte sua anche il Consiglio dei musulmani chiede al governo di accelerare l'indagine sulla tragedia del 21 aprile 2019 e di portare i veri responsabili davanti alla giustizia senza basarsi su prove infondate. “La comunità musulmana – spiega il comunicato – condanna gli attentatori suicidi, dal momento che l'islam vieta totalmente l'uccisione di innocenti anche durante una guerra. Per questo motivo è stato negato il funerale agli attentatori suicidi. Rafforziamo la nostra determinazione a denunciare e resistere a ogni forma di terrorismo e di violenza, per aiutare a promuovere la pacifica coesistenza, la comprensione e l'armonia tra tutti i cittadini dello Sri Lanka”.