Card. Ranjith e monaci buddisti: 'No' alle basi Usa in Sri Lanka
Il governo di Colombo starebbe trattando in segreto degli accordi militari con vari Paesi stranieri. L’obiettivo sarebbe proteggere il Paese dalla minaccia del terrorismo internazionale dopo le stragi di Pasqua.
Colombo (AsiaNews) – Il card. Malcolm Ranjith, arcivescovo di Colombo, e alcuni monaci buddisti di alto livello hanno firmato una dichiarazione congiunta in cui si oppongono con forza a “qualsiasi accordo con Paesi stranieri che comporti l’invio di truppe in Sri Lanka”. Sotto accusa vi è un accordo che le autorità di Colombo starebbero per concludere in segreto con gli Stati Uniti per la cessione di una base militare ai soldati americani.
I giornali locali riportano che il governo dell’isola sta trattando accordi militari con Paesi stranieri con l’obiettivo di combattere il terrorismo islamico. La decisione giunge in seguito alle stragi compiute dai fondamentalisti contro tre chiese e tre hotel di Colombo il giorno di Pasqua, che hanno provocato la morte di 257 persone.
La dichiarazione è a firma del cardinale, del ven. Warakagoda Sri Gnanarathana Thera, il Mahanayake (capo del monastero) di Asgiriya Chapter, dai venerabili Vijithasiri Thera e Dimbulkumbure Wimaladhamma Thera, monaci Anunayake di Malwatte Chapter, dai venerabili Wendaruwe Upali Thera e Anamaduwe Dhammadassi Thera, monaci Anunayake di Asgiriya Chapter.
I leader religiosi protestano contro la firma degli accordi che metterebbero a repentaglio la sovranità del Paese. “Il governo non ha il diritto di farlo”, sottolineano. Essi infine chiedono alle autorità di bandire le organizzazioni estremiste, in modo da “garantire una pace duratura e far rispettare la legge”.
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