20/09/2016, 10.52
FILIPPINE
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Card. Quevedo: Il terrorismo non ha un Dio, serve una nuova evangelizzazione

L’arcivescovo di Cotabato, nel cuore della provincia filippina a maggioranza islamica di Mindanao, condanna le azioni dei membri di Abu Sayyaf: “Sono di fatto degli atei, si riempiono la bocca di una religione che non conoscono”. Allo stesso modo, ammonisce il presule, “sono troppi i cristiani che non conoscono il Vangelo, che dicono di amare Cristo ma vivono in una dicotomia perenne fra parole e azioni”.

Assisi (AsiaNews/Cbcp) – I “banditi” che agiscono nelle Filippine con il nome di Abu Sayyaf “sono di fatto degli atei. Non si può portare la guerra in nome di Dio, di nessun Dio: le attività terroristiche dei violenti gruppi jihadisti che operano nel sud delle Filippine sono anzi una negazione del Signore”. Lo ha detto l’arcivescovo di Cotabato, card. Orlando Quevedo, intervenendo all’incontro di Assisi dal titolo “Sete di pace”.

Il presule, notissimo attivista per la pace fra i gruppi ribelli islamici e il governo di Manila, ha voluto sottolineare però un ulteriore aspetto: “Una delle ragioni alla base di questo scontro, che non è religioso o di civiltà, è la conoscenza inadeguata del Corano e della religione islamica. I terroristi di Abu Sayyaf hanno portato avanti una conoscenza e comprensione selettiva dei versetti sacri, usandoli per giustificare azioni che non possono essere giustificate”.

Allo stesso modo, rimarca il cardinale, “vi sono moltissimi che si definiscono cristiani e che non conoscono la Bibbia e il Vangelo. Si scelgono dei passi, delle citazioni, e ci si dimentica del resto. Dicono di credere in Cristo e nei suoi insegnamenti ma vivono in una perenne dicotomia fra credo e pratica. Questa è una delle radici della violenza e della mancanza di pace a Mindanao: c’è bisogno di una nuova evangelizzazione per rispondere a questa problematica”.

In questo, aggiunge, “ha fatto molto bene papa Francesco, dal quale tutti dobbiamo imparare. Il pontefice si è rifiutato di identificare l’islam o qualunque altra religione con il terrorismo, e ha spinto e continua a spingere per il dialogo come unico sentiero per la pace. D’altra parte le parole del papa si possono applicare a diversi estremismi, in varie religioni”.

Ecco perché “non bisogna dubitare di quei leader e di quei fedeli musulmani che continuano a condannare con sincerità l’estremismo islamico. Per le varie chiese cristiane e le varie religioni la chiamata è comune: un dialogo intra-religioso e inter-religioso, in modo da fermare l’uso distorto del nome di Dio per giustificare una violenza che non ha Dio”.

Abu Sayyaf è il gruppo più piccolo a livello numerico, ma il più pericoloso e sanguinario fra i movimenti musulmani che si battono per l'indipendenza del sud delle Filippine. Le attività dei terroristi si concentrano attorno alle province di Basilan e Sulu (la cui capitale è Jolo, quartier generale dei jihadisti).

La Regione autonoma musulmana di Mindanao comprende cinque provincie (Basilan, Lanao del Sur, Maguindanao, Sulu e Tawi-Tawi) nelle isole meridionali del Paese. È dotata di un proprio governo, con sede a Cotabato City.

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