13/11/2024, 13.33
AZERBAIGIAN-VATICANO
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Card. Parolin a COP29: non si affronta crisi climatica senza condonare il debito

Nell'intervento alla Conferenza dell'Onu in corso a Baku il segretario di Stato vaticano ha rilanciato l'appello di papa Francesco per il Giubileo 2025. "Serve una nuova architettura finanziaria internazionale che garantisca davvero anche ai Paesi più poveri e vulnerabili ai disastri climatici percorsi di sviluppo a basse emissioni di carbonio".

Baku (AsiaNews/Agenzie) – “Quando si parla di finanziamenti per il clima, è importante ricordare che il debito ecologico e il debito estero sono due facce della stessa medaglia, che ipotecano il futuro”. È il messaggio che il segretario di Stato vaticano, il card. Pietro Parolin, ha portato oggi a nome di papa Francesco alla Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (COP29) in corso a Baku, in Azerbaigian.

Rivolgendosi ai rappresentanti dei Paesi di tutto il mondo riuniti per un confronto che ha tra i suoi temi principali la suddivisione degli oneri finanziari necessari a livello globale per le strategie di adattamento ai mutamenti del clima, il card. Parolin ha detto che occorre sforzarsi per “trovare soluzioni che non compromettano ulteriormente le potenzialità di sviluppo di tante nazioni che sono già gravate da un debito economico paralizzante”. Il segretario di Stato vaticano ha citato l’appello lanciato da papa Francesco nella bolla Spes non confundit pubblicata in vista dell’ormai imminente Giubileo 2025.

Le nazioni più ricche - esorta il pontefice in questo documento – “riconoscano la gravità di tante decisioni prese e stabiliscano di condonare i debiti di Paesi che mai potrebbero ripagarli. Prima che di magnanimità, è una questione di giustizia, aggravata oggi da una nuova forma di iniquità di cui ci siamo resi consapevoli: c’è infatti un vero ‘debito ecologico’, soprattutto tra il Nord e il Sud, connesso a squilibri commerciali con conseguenze in ambito ecologico, come pure all’uso sproporzionato delle risorse naturali compiuto storicamente da alcuni Paesi”.

In questa direzione il card. Parolin ha invocato alla COP29 “una nuova architettura finanziaria internazionale che possa davvero garantire a tutti i Paesi, in particolare ai più poveri e a quelli più vulnerabili ai disastri climatici, percorsi di sviluppo sia a basse emissioni di carbonio che ad alta condivisione che consentano a tutti di raggiungere il loro pieno potenziale e di vedere rispettata la propria dignità”.

Premessa a tutto questo è la presa di coscienza che “la salvaguardia del creato è una delle questioni più urgenti del nostro tempo” e che l”egoismo - individuale, nazionale e dei gruppi di potere - alimenta un clima di sfiducia e divisione che non risponde alle esigenze di un mondo interdipendente in cui dovremmo agire e vivere come membri di un’unica famiglia che abita lo stesso villaggio globale interconnesso”.

“Non possiamo passare oltre e guardare dall'altra parte – ha commentato ancora il card. Parolin -. L'indifferenza è complice dell'ingiustizia. Faccio appello, quindi, affinché, pensando al bene comune, possiamo smascherare i meccanismi di autogiustificazione che così spesso ci paralizzano. Per un accordo ambizioso, per ogni iniziativa e processo finalizzato a uno sviluppo veramente inclusivo - ha concluso - vi assicuro il mio sostegno e quello del Santo Padre per rendere un servizio efficace all'umanità, affinché tutti possiamo assumerci la responsabilità di salvaguardare non solo il nostro futuro, ma quello di tutti”.

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