Card. Gracias: I sacerdoti indiani, sulle tracce di Gesù Cristo liberatore dell’uomo
di Oswald Gracias
Pubblichiamo una riflessione del cardinale di Mumbai e presidente della Conferenza episcopale indiana sull’Anno sacerdotale indetto da Benedetto XVI. I preti “sono uomini che si pongono al servizio di altri uomini perché sono al servizio di Dio”. Vengono colpiti dall’odio dei fondamentalisti a causa della “missione liberatrice che essi compiono”.
Mumbai (AsiaNews) - In occasione dell’inizio dell’anno sacerdotale, AsiaNews ha chiesto al card. Oswald Gracias, arcivescovo di Mumbai e presidente della Conferenza episcopale indiana, una riflessione sull’importanza ed il valore di questa iniziativa per la Chiesa dell’India. Il cardinale ha inaugurato l’anno con una solenne celebrazione alla Casa del clero di Bandra dove sono ospitati i sacerdoti anziani di Mumbai. Egli ha scelto questo luogo per tre motivi: “La prima ragione è quella di dimostrare ai nostri sacerdoti anziani l’affetto e la riconoscenza di tutta la Chiesa indiana per il ministero sacerdotale che hanno portato avanti con fede per così tanti anni. In secondo luogo per sottolineare l’importanza dell’apostolato della preghiera che ora è affidato loro in modo particolare: questi nostri sacerdoti anziani vivono in una casa che rappresenta il potere della preghiera per la Chiesa in India e per quella universale. Da ultimo questi sacerdoti sono per tutti noi il segno tangibile della ricchezza e della saggezza del ministero pastorale. La loro esperienza e le grazie che hanno ricevuto risplenderanno su tutti i nostri presbiteri in India e nel mondo”.
L’India è un Paese di grande tradizione religiosa in cui i sacerdoti sono riconosciuti e rispettati come uomini di preghiera e personalità spirituali, uomini che hanno dedicato la loro vita a Dio e persone che danno testimonianza con la loro stessa vita e vivono i valori del Vangelo. In India i sacerdoti spendono la loro vita per gli altri e per noi le vocazioni al sacerdozio sono una grazia enorme.
Dio ha benedetto l’India e la Chiesa cattolica indiana con molte vocazioni che essa condivide con il resto del mondo. I nostri preti vanno in tutto il mondo e amministrano i sacramenti a tutto il popolo di Dio servendo la Chiesa universale attraverso vari ministeri e offrendo il loro contributo alla vita spirituale di tante persone.
Quest’anno dedicato al sacerdozio è un dono perché offre l’occasione alla Chiesa di approfondire la formazione dei preti, accrescere la loro spiritualità e la loro dedizione al servizio, rafforzare le loro umanità e renderli ancor più efficaci nel loro ministero.
In India la religione è un modo di vivere, è parte integrante dell’intera tradizione del Paese. Per molte persone la religione permea ogni aspetto della vita e in diverse parti del Paese sacerdoti e vescovi vengono appellati con il nome di swami [termine indù per indicare le guide ed i maestri spirituali, ndr]. Essi sono considerati come santi, rispettati come persone che comunicano con Dio e guidano il popolo a Dio. A loro è riconosciuto un ruolo importante nella vita della popolazione e della società.
In India i preti sono chiamati a rispondere a molte sfide. La popolazione guarda loro non solo come a delle guide spirituali, ma come ad un aiuto nell’ambito sociale, educativo, sanitario. Sono uomini che si pongono al servizio di altri uomini perché sono al servizio di Dio.
Purtroppo in molte parti del nostro amato Paese i sacerdoti sono oggetto di pressioni e violenze per la loro missione di sostegno e sviluppo dei più emarginati e delle fasce più misere della società. Essi lavorano duramente e gratuitamente per i più poveri dei poveri, i dalit e i tribali, sostenendoli attraverso l’educazione, infondendo in loro fiducia, riconoscendo e affermando la loro di dignità umana. Bisogna riconoscere con tristezza che questa opera irrita alcuni esponenti delle caste più elevate perché non possono più opprimere, sfruttare e soggiogare queste persone che vivono nelle fasce più basse della società.
Seguendo i passi di Gesù Cristo sacerdote, i preti in India abbattono le barriere sociali e incoraggiano i nostri poveri, i tribali ed i dalit a vivere fiduciosi in sé stessi e con dignità. Abbiamo visto tutti che le ragioni delle persecuzioni dei sacerdoti cattolici in India nascono da questo loro carisma che sconfigge le ingiustizie sociali. La missione di Cristo è di liberare l’uomo e la Chiesa in India porta con sé questa benedizione.
Ho sofferto e provato dolore per le persecuzioni e le sofferenze dei nostri sacerdoti nel Kandhamal, in Orissa, ed in particolare per il modo in cui essi sono stati oggetto di violenza e perfino di sadismo da parte dei fondamentalisti. Tale crudeltà nasce dall’odio verso la missione liberatrice che essi compiono ed è ostacolata da chi vuole continuare a tenere in schiavitù le persone.
(Ha collaborato Nirmala Carvalho)
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