Card. Gracias ai cattolici: Votare è un dovere sacro. Fatelo in modo saggio
Il presidente dei vescovi indiani rivolge un appello a fedeli e pastori. Le elezioni generali si svolgeranno in sette date, dall’11 aprile al 19 maggio. Il segretario della Conferenza episcopale chiede di non tenere le votazioni il Giovedì Santo. Il card. Gracias sottolinea: “L’India ha bisogno di leader che comprendano che l’autorità è un servizio”.
New Delhi (AsiaNews) – Votare è un “obbligo sacro: fatelo in modo saggio”. È l’appello lanciato dal card. Oswald Gracias, arcivescovo di Mumbai e presidente della Conferenza episcopale indiana (Cbci). Egli si rivolge a tutti i vescovi e ai fedeli cattolici dell’India, invitandoli ad andare a votare alle imminenti elezioni generali, che si svolgeranno in sette date tra l’11 aprile e il 19 maggio. Mentre sono attese alle urne circa 900 milioni di persone, il cardinale sottolinea: “Ogni singolo voto conta. Lo dobbiamo a noi stessi, ai nostri figli e al nostro Paese, esercitare questo sacro dovere e coinvolgerci per migliorare la direzione della nostra nazione”.
Il card. Gracias afferma che l’Inda ha “bisogno di leader che comprendano che l’autorità è un servizio”. Per questo elenca le questioni nazionali più cocenti cui i futuri amministratori dovranno dare risposte: un’economia a sostegno di poveri e svantaggiati; costruire un ambiente sano per tutti i cittadini, in particolare donne e bambini; salvaguardare i diritti dei tribali sulla terra, l’acqua e le foreste; prendersi cura dei dalit e abolire la discriminazione nei loro confronti; promuovere l’armonia tra le comunità e il dialogo interreligioso; proteggere l’ambiente, preservando la ricchezza della natura per le generazioni future.
Accanto al presidente dei vescovi che ricorda il supremo dovere di voto per ogni cittadino, si alza anche la voce di mons. Theodore Mascarenhas, segretario generale della Cbci, che in un altro appello chiede di non tenere le elezioni nel giorno del Giovedì Santo. Egli interviene in seguito allo scontento che si è diffuso nella comunità cattolica indiana, che contesta il calendario delle votazioni fissate durante la Settimana Santa.
Il 18 aprile, Giovedì Santo andranno al voto diversi Stati indiani: Assam, Bihar, Chhattisgarh, Jammu e Kashmir, Karnataka, Maharashtra, Manipur, Orissa, Pondicherry, Tamil Nadu, Tripura, Uttar Pradesh e West Bengal. In tutto il Paese, la comunità cattolica è composta da 20 milioni di fedeli. Mons. Mascarenhas evidenzia che il suo appello “non ha finalità religiose, vuole solo esprimere le difficoltà logistiche” connesse alla data del voto. Per i cristiani dell’India, dove il Giovedì Santo non è una festa pubblica, “è già molto difficile poter partecipare alle preghiere, chiedendo ferie a lavoro o permessi per uscire prima dagli uffici”. A questo si aggiunge l’obbligo morale di voler servire il Paese, sia presenziando ai seggi elettorali che esprimendo il voto alle urne. Rispettare entrambi i doveri, religioso e civico, “sarà molto difficile”, aggiunge il segretario.
Per quanto riguarda il card. Gracias, egli esprime la necessità di dare alcune “linee guida al nostro popolo per il bene del Paese”. L’India, sottolinea, “ha fatto grandi progressi in campo scientifico e tecnologico, le infrastrutture e i servizi pubblici sono migliorati”. Allo stesso tempo, permangono aspetti critici: “Il grande distacco tra ricchi e poveri; lavoratori alla giornata che faticano a sopravvivere; agricoltori sotto pressione; l’etica che non è più il principio guida della società e sembra essere stata soppiantata dall’economia come forza motrice delle decisioni”. Per tutti questi motivi, in conclusione suggerisce di scegliere “al meglio per il nostro Paese. Dobbiamo votare in maniera giudiziosa”.
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