Card. Coutts: In Pakistan non sono tutti barbari e terroristi (Video)
L’arcivescovo di Karachi riceverà la porpora il prossimo 29 giugno. “Il mondo deve conoscere il vero Pakistan”. “Non ci saranno progressi se continueremo a rimanere divisi”. La condivisione dei valori del padre fondatore Ali Jinnah. Preghiere speciali in varie diocesi. Serve l’opera del cardinale per stimolare lo spirito imprenditoriale dei cattolici.
Lahore (AsiaNews) – “Da quando sono diventato vescovo, ‘armonia’ è stato il mio motto. Fede, unità e disciplina sono inoltre il motto nazionale del Paese. La mia nomina a rappresentante del papa darà un messaggio chiaro: non tutte le persone che vivono qui sono barbari e terroristi”. Lo afferma mons. Joseph Coutts, arcivescovo di Karachi, parlando con alcuni giornalisti dopo la diffusione della notizia che papa Francesco lo eleverà a cardinale nel concistoro del prossimo 29 giugno.
L’incontro con la stampa è avvenuto la scorsa settimana nella cattedrale di san Patrizio a Karachi, dopo un colloquio tra il futuro cardinale e Syed Murad Ali Shah, chief minister della provincia pakistana del Sindh. Mons. Coutts, 73 anni, dichiara di condividere la visione di Muhammad Ali Jinnah, fondatore del Pakistan [che sosteneva il rispetto e la pari dignità di tutte le comunità religiose].
“Giornalisti di tutto il mondo – continua – mi domandano se in Pakistan esistano le Chiese. ‘I musulmani vi permettono di pregare?’, è il loro interrogativo. A livello internazionale, l’immagine del Pakistan è molto negativa. Non ci saranno progressi se continueremo a rimanere divisi”. L’arcivescovo ribadisce poi che “stiamo lavorando insieme per produrre una società nella quale tutti vivano come un’unica nazione e si accettino a vicenda. Questo non è solo il mio lavoro, ma un compito per tutti”.
Da quando papa Francesco ha annunciato la nomina di 14 nuovi cardinali, di cui tre asiatici, in tanti hanno espresso solidarietà al cardinale designato. Oltre al chief minister locale, mons. Coutts sta ricevendo messaggi di congratulazioni da esponenti politici, funzionari di governo, leader cristiani e gente comune, che gli rendono omaggio portando fiori e regali nell’arcivescovado.
Ieri in tutto il Paese si è svolta una speciale preghiera per il secondo cardinale che il Pakistan abbia mai avuto [il primo è stato card. Joseph Cordeiro, deceduto nel 1994 – ndr]. P. Inayat Bernard, rettore della cattedrale del Sacro Cuore [di Lahore] ha voluto proiettare un documentario sulla vita dell’arcivescovo. Mons. Samson Shukardin, vescovo di Hyderabad, ha offerto altri momenti di preghiera nella cattedrale di san Francesco. Ad AsiaNews afferma: “In un Paese a maggioranza musulmana come il Pakistan, un cardinale può aiutare a creare ponti nel crescente divario tra islam e occidente. Egli dovrà sforzarsi di continuo per il dialogo interreligioso”. P. Kamran Taj, vicario generale della diocesi di Faisalabad, che mons. Coutts ha servito per 14 anni, ritiene che “il bell’annuncio del papa ha dato nuova fiducia alla minoranza religiosa. Tutto questo dà onore alla Chiesa locale, che si sente più legittimata. Ora è tempo di siglare buoni accordi con il governo, e in particolare nella provincia del Sindh, per migliorare [le condizioni] delle minoranze”.
Shahid Rehmat, direttore esecutivo dell’organizzazione cattolica Youth Development Foundation, lancia un appello alla rinascita della Chiesa locale. “Abbiamo bisogno – sostiene – di preti che si prendano cura dei loro parrocchiani. Altrimenti i cattolici potrebbero rivolgersi alle altre Chiese. Le organizzazioni ecclesiastiche devono iniziare a promuovere piccole piattaforme aziendali e imprese sociali”. “Comunità più piccole come quelle degli ahmadi e Aga Khanis hanno questi vantaggi – conclude –. Le chiese gestiscono le migliori scuole del Paese, ma la nostra comunità è carente di competenze a livello imprenditoriale. È necessario un approccio olistico, oltre alle preghiere, ed è proprio qui che è necessaria l’opera del card. Coutts”.
04/12/2019 11:16