02/04/2014, 00.00
FILIPPINE
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Card Tagle: Il boom economico esclude il popolo filippino

L'arcivescovo di Manila contro la gestione economica del governo, che "abbandona il Paese reale". Il Pil aumenta, osserva il porporato, ma "la gente comune resta povera". A gennaio il tasso di disoccupazione al 7,5%, con un +0,4% rispetto allo scorso anno. Il 55% sotto gli standard di povertà.

Manila (AsiaNews/Cbcp) - A dispetto della tanto sbandierata crescita economica, in ampie sacche del Paese povertà e disoccupazione crescono a un ritmo allarmante. È il paradosso denunciato dall'arcivescovo di Manila, card. Luis Antonio Tagle, secondo cui il governo filippino continua a fregiarsi di uno sviluppo economico-commerciale, che non trova affatto riscontro nella situazione reale per gran parte della popolazione. Il porporato sottolinea che è doveroso evidenziare i progressi compiuti dall'esecutivo e dal settore degli affari ma, aggiunge, è "allarmante osservare che il tasso di povertà non è affatto diminuito".

Intervistato nel corso della trasmissione Everyday Faith Live, programma trasmesso dal network cattolico newyorkese Tele Care, il card Tagle ha affrontato il tema degli squilibri nell'economia del Paese asiatico. Il porporato nota che, lo scorso anno, a dispetto del più alto tasso di crescita del Pil registrato dalle Filippine fra le nazioni del Sud-est asiatico, non si capisce "dove sia finita" questa ricchezza. E come sia possibile che "il popolo, la gente comune resti povera".

L'autorità nazionale di statistica (Psa) ha pubblicato di recente un rapporto, che conferma la crescita del livello di disoccupazione nelle Filippine, a dispetto degli obiettivi di crescita conseguiti con largo margine. A gennaio il tasso ha toccato il 7,5%, rispetto al 7,1% dello scorso anno; il tutto a fronte di una crescita del Prodotto interno lordo (Pil) del 7,2%, seconda economia in Asia dopo la Cina (+7,7%). Sono almeno 2,96 milioni le famiglie senza un impiego all'inizio del 2014, a fronte dei 2,78 milioni dei 2013. Sono inoltre cresciuti i nuclei familiari che vivono al di sotto degli standard di povertà (55%) e che non hanno a disposizione cibo a sufficienza (41%).

Il richiamo del cardinale Tagle conferma l'attenzione della Chiesa verso i poveri, come già avvenuto nel recente passato con il duro monito dell'ausiliare di Manila contro gli abusi e le discriminazioni delle istituzioni nei confronti della frangia più debole della popolazione. Mons. Broderick Pabillo ha ricordato come la politica economica del governo contribuisca "in maniera decisiva all'allargamento della forbice" fra ricchi e poveri.

Alla base della crescita economica degli ultimi anni le politiche promosse dal presidente Aquino, eletto nel 2010 con una campagna elettorale votata alla lotta alla corruzione e alla povertà diffusa. Essa ha fatto presa in un contesto di per sé carico di potenzialità per l'uso comune della lingua inglese, la relativa libertà di stampa e una tradizione democratica consolidata pur con sacche di violenza e resistenze interne. Restano tuttavia alcuni punti irrisolti, in particolare il nodo legato alla povertà - il 28% vive al di sotto della soglia minima di sopravvivenza - oltre che il rafforzamento delle infrastrutture (aeroporti, strade, hotel), la lotta alla disoccupazione, che ha registrato un aumento nel mese di aprile rispetto allo stesso periodo (da 6,9% a 7,5%) nello scorso anno.

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