Caos a Colombo: il Parlamento nomina il premier presidente ad interim
Ma i manifestanti chiedono anche le dimissioni di Wickremesinghe. Scontri con la polizia nella capitale, manifestanti prendono di mira l'ufficio del primo ministro. Interrotte le trasmissioni della principale rete televisiva del Paese. Gli attivisti chiedono che venga imposto il divieto di viaggiare al resto della famiglia Rajapaksa.
Colombo (AsiaNews) - È una situazione in costante evoluzione quella dello Sri Lanka: questa mattina è arrivata la notizia che il presidente Gotabaya Rajapaksa è fuggito alle Maldive con la moglie senza aver presentato una lettera di dimissioni allo speaker del Parlamento, come prevederebbe la Costituzione; il premier Ranil Wickremesinghe ha assunto la presidenza ad interim dopo aver dichiarato lo stato di emergenza; i manifestanti, dopo essersi scontrati con le forze dell’ordine, hanno preso d’assalto l’ufficio del premier.
Le trasmissioni della rete televisiva nazionale sono state interrotte, la polizia ha usato gas lacrimogeni e cannoni ad acqua contro la popolazione, che chiede le dimissioni anche di Wickremesinghe. Il premier ha poi chiesto all'esercito di "ristabilire l'ordine".
Nel primo pomeriggio il presidente del Parlamento, Mahinda Yapa Abeywardena, ha ripetuto che Rajapaksa avrebbe inviato una lettera ufficiale di dimissioni entro oggi, come promesso il 9 luglio, giorno in cui, dopo mesi di proteste per la crisi economica, i manifestanti hanno occupato il palazzo presidenziale.
La lettera di dimissioni da parte del presidente permetterebbe allo Sri Lanka di avviare un piano di successione, consentendo a un presidente ad interim di guidare il governo fino a 30 giorni prima che i parlamentari si ritrovino per eleggere un nuovo leader. Ieri Abeywardena aveva annunciato che nuove elezioni si terranno il 20 luglio, dopo una prima consultazione dei deputati il 15 luglio.
L'Aeronautica militare dello Sri Lanka (Slaf) ha confermato di aver messo a disposizione del presidente Gotabaya Rajapaksa e della moglie un volo di prima mattina all'aeroporto internazionale di Katunayake.
La fuga di Rajapaksa mette fine a una dinastia familiare che ha governato lo Sri Lanka dal 2005. Gotabaya, dopo essere stato ministro della Difesa, era salito al potere con 690mila voti nel 2019.
I manifestanti, intonando ancora una volta lo slogan “GotaGoHome” continuano a occupare la sede della tv di Stato, la residenza del premier e diverse strade principali della capitale Colombo. Gli attivisti chiedono che venga imposto il divieto di viaggiare a tutti i membri del governo, compresi l'ex primo ministro Mahinda Rajapaksa, Basil Rajapaksa (fratelli di Gotabaya che hanno più volte ricoperto incarichi di governo) ai governatori della Banca centrale ,W. D. Lakshman, Ajith N. Cabraal e il ministro del Tesoro Sajith Attygalle.
Chandra Jayaratne, ex presidente della Camera di commercio dello Sri Lanka, insieme a Transparency International e ad alcuni cittadini, aveva presentato una petizione alla Corte suprema affermando che il governo e il Consiglio monetario avevano violato i diritti fondamentali dei cittadini scatenando una crisi economica.
Ad aprile lo Sri Lanka aveva annunciato il default economico, dichiarando l’insolvenza sul debito che ammonta a più di 50 miliardi di dollari. Da mesi il Paese non riesce a importare carburante e l’inflazione ha superato il 54% impedendo ai cittadini di comprare i beni di prima necessità, in particolare cibo e medicine.
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