Campagna anticonversione dei fondamentalisti indù
Mumbai (AsiaNews) Una citazione di un leader cristiano, riportata in modo erroneo dalla stampa locale, è bastata a un gruppo di fondamentalisti indù per scatenare violenze contro un convento di suore nel Madhya Pradesh (India centrale).
Durante una conferenza stampa a Gwalior, il 4 aprile scorso, John Dayal, presidente dell'All India Catholic Union, ha riferito della garanzie promesse dal premier Manmohan Singh alla comunità cristiana dopo il lancio della sua campagna a favore dei discriminati dalit cristiani.
Secondo il quotidiano locale, Dainik Bhaskar, Dayal avrebbe definito l'RSS (Rashtriya Swayamsevak Sangh) "il nemico numero uno dei cristiani". L'RSS è il braccio armato del Bharatiya Janata Party (Bjp).
La citazione, definita "falsa" da Dayal ad AsiaNews, ha fatto esplodere l'ira dei fondamentalisti, che hanno attaccato la scuola del convento carmelitano di Gwalior. La sera del 5 aprile alcuni estremisti hanno fatto irruzione nella scuola e bruciato le effigi di John Dayal. L'intervento della polizia ha permesso che i vandali non andassero oltre. Dopo l'attacco i fondamentalisti hanno anche preteso le scuse da parte della Chiesa minacciando di propagare agitazioni anche contro altre istituzioni.
Dayal ha in seguito chiarito la sua dichiarazione al governo del Madhya Pradesh, all'amministrazione di Gwalior e agli esponenti religiosi locali. "Sono addolorato e allarmato per la violenza contro i cristiani a Gwalior" ha denunciato l'attivista "Mi appello al governo locale perché adotti urgenti misure al fine di restaurare nella piccola comunità cristiana cittadina, fiducia e sicurezza".
In un'intervista ad AsiaNews Dayal ha dichiarato: "La gente e i gruppi politici con ideologie estremiste e fondamentalisti hanno il diritto di avere idee differenti dalle mie. Possono anche avere il diritto di bruciare la mia immagine. Ma non hanno il diritto di vendicarsi su suore, preti e fedeli innocenti". "La stampa mi ha citato in modo scorretto e meschino" ha detto. "Nel mio discorso" ha continuato Dayal " ricordando il pontefice appena deceduto, ho parlato dell'importanza del dialogo interreligioso e del rispetto anche alla presenza di leader del BJP di Gwalior". "Non ho mai attaccato le religioni", ha continuato Dayal. "Le nostre campagne sono contro il fondamentalismo e la violenza. Abbiamo sempre distinto l'induismo, che rispettiamo e onoriamo, dall'hindutva, l'ideologia politica. Siamo convinti che la comunità di maggioranza indù e la Costituzione sono elementi fondamentali per garantire la laicità dello stato e la sicurezza delle minoranze. Noi stessi lavoriamo strettamente con attivisti e religiosi indù".
Vilente campagne anti-cristiane e anticonversione si registrano in altre parti del paese. In un'intervista ad AsiaNews, mons. Joseph Augustine Charanakunnel, arcivescovo di Raipur,capitale del Chattisgarh, ha denunciato le messe in scena dei fondamentalisti indù che "con l'appoggio dei media conducono una misera propaganda anti-cristiana con notizie e immagini di cerimonie di riconversione dal cristianesimo all'induismo e denunce di conversioni forzate operate dai missionari". "Ho scritto già sui giornali" ha detto l'arcivescovo "che la Chiesa non attua nessuna conversione forzata, anzi le ho condannate io stesso".
"I fondamentalisti" racconta il vescovo "hanno come facile bersaglio i tribali. Proprio per questo la Chiesa ha il dovere di proteggere questa gente indifesa".
Raman Singh, governatore del Chattisgarh, legato al Bjp,afferma che le conversioni al cristianesimo sono il problema principale dello stato. Egli accusa il suo predecessore Ajit Jogi, un cristiano, di essere stato troppo permissivo verso i missionari cristiani.
Secondo il Dainik Bhaskar il Chattisgarh ha intenzione di inasprire le leggi anticonversione, a causa dell'aumento di conversioni dei tribali al cristianesimo.