Cambogia: Natale nella solidarietà, come insegna il Vangelo
Sono rientrato in Cambogia dopo il passaggio estivo in Italia, giorni molto intensi in cui ho potuto rivedere tanti di voi, con molti altri purtroppo non è stato possibile e me ne dispiace sinceramente. Ho ripreso quindi la mia vita a Kdol Leu, sulle sponde del fiume Mekong, insieme a padre Ivan e la gente di queste terre.
Le ultime settimane ci hanno visto indaffarati a preparare il Natale. A Kdol Leu c’è la tradizione di rappresentare la natività di Gesù davanti alla chiesa, con una discreta partecipazione degli abitanti dei villaggi intorno che vengono a vedere incuriositi, pur non essendo cristiani. I giovani ogni anno preparano per l'occasione anche alcune commedie e danze tradizionali. È veramente una festa particolare. Chi dal nostro villaggio è andato a lavorare o studiare lontano cerca di essere presente, nonostante il 25 dicembre non sia in Cambogia un giorno festivo.
Anche Thi è tra questi. Thi è una giovane vietnamita che ha lavorato per due anni qui con noi in chiesa, aiutando nelle faccende di casa e preparando il "bobo" di riso per i bimbi dell'asilo. Poi finalmente quest'estate ha coronato un sogno: poter riprendere gli studi che aveva dovuto abbandonare in prima elementare. Essendo la maggiore di sette figli di una famiglia molto povera, fin da piccola ha dovuto pensare anzitutto a loro. Ora la situazione è un po' più stabile, i fratellini sono cresciuti, e i suoi genitori hanno accettato che andasse a studiare per due anni dalle suore Salesiane a Battambang, grossa città praticamente dall’altra parte della Cambogia.
Alcuni giorni prima di Natale, Thi mi ha telefonato tutta contenta: "Padre! Vengo a fare il Natale al villaggio!". Ho avvertito la madre e abbiamo richiamato insieme Thi, ma ecco la delusione. In casa i soldi per pagarle il viaggio non ci sono, venire da Battambang è troppo costoso, oltretutto è appena iniziata la stagione del riso e ci sono pochissimi riel. "Pazienza" mi dice Thi "fa lo stesso". La sera stessa durante la cena racconto quanto accaduto a Darong e Srey On [nella foto], che conoscono molto bene Thi. Anche Darong viene da una situazione familiare molto difficile, lo stiamo aiutando ed è commovente l'impegno che mette nello studio, soprattutto con l'inglese che gli entra in testa solo col contagocce. Srey On ha preso il lavoro di Thi qui alla missione. Si assomigliano molto: anche lei non ha potuto studiare, legge e scrive con molta fatica, ma è una ragazza la cui grande sensibilità e attenzione verso gli altri lasciano sbalorditi. Qualche settimana fa abbiamo deciso di aumentarle lo stipendio perché lavora il doppio di quanto stabilito, e a casa vive con la mamma molto malata (il padre li ha abbandonati quando i figli erano ancora piccoli).
Srey On mi chiede: "Quanto costa venire da Battambang?". "Circa 30.000 riel (cioè qualcosa più di 6 euro)" le rispondo. Ci pensa un attimo e mi dice: "Li metto io i soldi perché Thi possa venire per Natale". Rimango esterrefatto. Sono veramente tanti 30.000 riel, soprattutto qui nelle campagne. La stessa Srey On per sé e sua madre non ne spende più di 5.000 di cibo al giorno, e comunque sono una buona metà dell'aumento che le abbiamo dato. Avrebbe potuto spenderli in mille altri modi o tenerseli per il futuro, e invece...
Chiamo allora Thi per darle la buona notizia, lei ringrazia ma non vuole venire, ci ha pensato ed effettivamente sono troppi soldi. Le passo allora Srey On, si parlano per un po' e alla fine Thi mi dice: "Padre, vengo, ci vediamo a Natale!". Sono contento, i fratellini la aspettano, tutti noi la aspettiamo. Ripenso al gesto di Srey On, piccolo e insignificante come quello della vedova raccontato nel Vangelo, che offre due spiccioli per il Tempio, nessuno la nota se non Gesù: "Ha messo più di tutti gli altri perché ha dato tutto quanto ha per vivere". Poteva tenerseli, è povera, ne aveva tutto il diritto. E invece sceglie di donarli ugualmente.
Arriva finalmente il giorno della Vigilia, quando i giovani rappresentano la Natività e le danze preparate nei mesi scorsi. Viene molta gente anche quest’anno. Ogni tanto dò uno sguardo per vedere se Thi sia già arrivata. Ma è buio, il traghetto deve aver ormai smesso il suo servizio. Dove è finita Thi? Me lo chiede anche la mamma. Immagino che il pullman da Battambang sia arrivato in ritardo e lei sia stata costretta a trovare per la notte un riparo di fortuna, forse a Kompong Cham, il capoluogo della nostra provincia. Anche Ciuri, una delle sue sorelline che da quest’anno studia dalle salesiane di Phnom Penh, non riesce a tornare in tempo per la festa. Una brutta infezione alla mano l’ha fermata proprio a Kompong Cham, a “pochi passi” da casa. La stessa sera del 24 ha dovuto subire d’urgenza una piccola operazione.
La mattina di Natale ancora non si hanno notizie di Thi, strano perché i trasporti da Kompong Cham a quell’ora sono già attivi da un pezzo. Dopo la Messa telefono per avere notizie della sorellina, e chi mi passano? Proprio Thi! La sera della Vigilia ha incontrato Ciuri a Kompong Cham e ha deciso di rimanere per farle compagnia. Grande Thi, penso dentro di me, non sei cambiata. Hai rinunciato a una cosa a cui tenevi cosí tanto per la tua sorellina.
Avviso il papà e la mamma che subito riescono a trovare una moto da prendere in prestito per andare a trovare le figlie. Poco prima del tramonto il papà torna con Thi, la mamma le ha dato il cambio. L’abbraccio tra Thi e Srey On mi ha fatto venire in mente quello che immagino si siano scambiate anche Maria ed Elisabetta quando erano incinte di Gesù e Giovanni Battista.11/08/2018 10:31