Calma apparente nelle città irachene
Baghdad (AsiaNews/Agenzie) – Gli iracheni possono finalmente uscire di casa dopo che la guerriglia dello scita Moqtada Al Sadr si è dileguata per ordine diretto del leader.
Pedoni e veicoli stanno riprendendo possesso dello spazio pubblico dopo il lungo coprifuoco, anche se a Sadr City, sobborgo a nordest di Baghdad e roccaforte delle milizie sciite, e in altre aree sciite l’accesso alle auto è ancora interdetto.
In un’intervista riportata dall’Agence France Presse, Ahmed Suhail, un residente di Sadr City ha detto che “il distretto sta lentamente tornando alla normalità. La maggior parte dei negozi sono aperti e non ci sono milizie in giro”, anche se scuole e uffici sono rimasti chiusi.
Gli scontri tra le milizie sciite e le forze di sicurezza del governo iracheno, che hanno causato la morte di 461 persone, sono durati dal 25 al 30 marzo fino a che Al Sadr ha annunciato un “cessate il fuoco” particolarmente apprezzato anche da Washington.
Secondo alcuni legislatori iracheni, il ‘cessate i fuoco’ è il frutto di un incontro avvenuto il 28 marzo in Iran tra esponenti del governo sciita di Al Maliki e Al-Sadr. I legami tra i sciiti iraniani e quelli iracheni hanno garantito la tregua, ma rivelano anche l’enorme influenza che l’Iran esercita sull’Iraq, dove gli sciiti sono il 60% della popolazione. Alcune fonti hanno confermato che durante i negoziati gli iraniani hanno fatto pressioni perché Al Sadr imponesse delle condizioni in cambio dell’interruzione dei combattimenti.
Le condizioni imposte poi da Al-Sadr al governo iracheno riguardano il rilascio dei prigionieri non incriminati, sebbene il governo mantenga il pugno di ferro. Il portavoce del movimento Sadr, Salman al-Fraiji, ha dichiarato che le forze di sicurezza americane e irachene hanno continuato ad irrompere nelle case ed arrestare persone nel distretto di Sadr City e nelle città di Diwaniyah, Karbala e Nassiria. Da parte sua, il generale maggiore Abdul Aziz - comandante delle forze di sicurezza - ha detto ai giornalisti che gli ufficiali erano in possesso di regolari mandati d’arresto per i criminali prelevati dalle quattro città.
Lo stato di pace che sembra dominare in queste ore è tuttavia precario. Un ribelle dell’armata del Mahdi, Haider Al Asadi, ha dichiarato che “se soltanto gli americani osano mettere piede nel distretto noi siamo pronti a combattere. Abbiamo abbastanza ordigni esplosivi. Se vengono ci difenderemo”.
Finora il ‘cessate il fuoco’ di Moqtada Al Sadr non è stato ancora trasgredito, e secondo il portavoce del governo, Ali al-Dabbagh, ogni attacco non consentito dal movimento Sadr avrebbe l’effetto di isolare, e quindi permettere di identificare, i dissidenti.
Il primo ministro iracheno, lo sciita Nouri al-Maliki auspica che l’ordine di Moqtada Al Sadr possa contribuire al processo di stabilizzazione del Paese e ha affermato: “È un passo nella giusta direzione”.