Calma ad Istanbul dopo gli scontri per il 1° maggio
Sfidando le autorità, che da 30 anni vietano manifestazioni per la Festa dei lavoratori, i sindacati radunano in piazza centinaia di persone. Pesante intervento della polizia: 38 feriti e 530 arresti.
Istanbul (AsiaNews/Agenzie) – Calma oggi ad Istanbul dopo gli scontri che ieri hanno portato al ferimento di 38 persone e a 530 arresti, tra i cittadini che volevano partecipare ad un corteo organizzato dai sindacati (Turk-is, Disk e Kesk) per la Festa dei lavoratori. Gli agenti di polizia hanno usato gas lacrimogeni, idranti e manganelli per disperdere le persone che, riuniti nel quartiere Sisli, dovevano marciare verso la centrale piazza Taksim. Per garantire l’ordine pubblico sono stati mobilitati oltre 30 mila poliziotti.
Cortei di piazza per i 1° maggio sono vietati in Turchia dal 1977, quando uomini armati - ancora non identificati - aprirono il fuoco sui manifestanti, uccidendo 36 persone tra gli attivisti di sinistra. Il “1° maggio di sangue” è considerato tra i fattori storici che hanno aperto la strada al colpo di Stato militare del 1980.
Ankara riconosce la data come “Giornata della solidarietà e del lavoro”, ma non come festa; il governo rifiuta di concedere la storica piazza Taksim quale teatro di dimostrazioni adducendo come motivazione “traffico e ordine pubblico”. Alcuni avanzano l’ipotesi che le autorità quest’anno temevano anche che l’evento potesse dare luogo a una protesta di massa contro l'Akp, il filoislamico partito al governo. Questi si trova sotto accusa di fronte alla Corte Costituzionale per 'minaccia alla laicità dello Stato'.
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