Buddisti in preghiera per sir Edmund Hillary, il “padre degli sherpa”
di Kalpit Parajuli
Lo scalatore, il primo a raggiungere la vetta dell’Everest, è ricordato dagli sherpa come un padre. Candele accese alle finestre delle case e nei monasteri, per onorare la memoria dell’unico cittadino onorario del Nepal.
Kathmandu (AsiaNews) – Appena è giunta la notizia della morte di sir Edmund Hillary, l’eroe dell’Himalaya, i buddisti del Nepal hanno acceso una candela in casa e nei monasteri, per ricordare l’uomo che più di ogni altro ha aiutato la popolazione e la religione buddista nella parte nord del Paese.
Hillary, l’unico cittadino onorario del Nepal, è morto ieri ad 88 anni: nel 1953, insieme allo sherpa Tenzin Norgay, aveva scalato per la prima volta il tetto del mondo. Da allora, il suo impegno per i nepalesi, ed in particolar modo per gli sherpa [gli “scalatori” ndr] non si era mai interrotto: aveva creato un Fondo internazionale per costruire scuole ed ospedali, ed è sempre rimasto vicino alla popolazione.
Il lama Ringboche Namang Tenzing Norgay, abate del monastero Longbuche Stupa, ha chiesto a tutti i fedeli del Paese di onorare il loro “padre” con una candela accesa alle finestre. Secondo il lama Nun, Hillary “era per molti un padre: aveva aiutato a costruire monasteri e scuole per i monaci, ed ha aperto la strada al buddismo nepalese”.
Il dr. Kami Temba Sherpa, direttore dell’ospedale di Kumbu (fondato da Hillary nel 1976), dice: “Il Fondo da lui diretto ha aperto 27 scuole, 2 ospedali, 9 dispensari sanitari ed alcuni monasteri. Per i nepalesi, ed in particolar modo per gli sherpa, è stato un padrino di rara generosità”.
Thongboche Sherpa, residente s Khumbu, aggiunge: “Gli sherpa sono una minoranza che vive alle pendici dell’Everest, privati delle necessità primarie. Hillary ha fatto di tutto per aiutarci nell’educazione, nella sanità e persino nei trasporti. Per noi, è una figura simile ad un dio”.
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