20/04/2015, 00.00
VATICANO
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Buddisti e cristiani insieme contro la schiavitù moderna e il traffico di esseri umani

Messaggio del Pontificio consiglio per il dialogo interreligioso ai buddisti per il Vesakh. Contro tali “piaghe” si è espresso il Papa nel Messaggio per la Giornata mondiale della pace 2015, mentre “il Buddha dichiara che il commercio di esseri viventi, compresi schiavi e prostitute, è una delle cinque occupazioni nelle quali non ci si deve impegnare”.

Città del Vaticano (AsiaNews) – Buddisti e cristiani, condividendo la convinzione che “la schiavitù moderna e il traffico di esseri umani sono crimini gravi, ferite aperte sul corpo della società contemporanea”, debbono collaborare perché si ponga fine a “questa piaga”, contro la quale si è espresso il Papa nel Messaggio per la Giornata mondiale della pace 2015, mentre “il Buddha dichiara che il commercio di esseri viventi, compresi schiavi e prostitute, è una delle cinque occupazioni nelle quali non ci si deve impegnare”.

Lo scrive il Pontificio consiglio per il dialogo interreligioso nel messaggio di auguri ai buddisti per il Vesakh. E’ la festività (nella foto) più importante per i buddisti nella quale si commemorano i principali avvenimenti della vita di Buddha e viene celebrata in date diverse, secondo le differenti tradizioni. Quest’anno la festa viene celebrata in alcuni Paesi il 3 maggio, mentre in altri tra il 25 maggio e il 2 giugno.

Nel messaggio, a firma del presidente e del segretario del dicastero, card. Jean-Louis Cardinal Tauran e padre Miguel Ángel Ayuso Guixot, MCCJ, si legge che “la commemorazione gioiosa dei tre eventi significativi della vita di Gautama Buddha - nascita, illuminazione e morte – è l’occasione per farci prossimi a coloro che soffrono e per rinnovare il nostro impegno a portare a loro conforto e felicità attraverso atti di amicizia e compassione.

“Scriviamo a voi quest’anno – prosegue il documento - ispirandoci al Messaggio per la Giornata Mondiale della Pace 2015 di Sua Santità Papa Francesco, dal titolo: ‘Non più schiavi, ma fratelli e sorelle’. Sua Santità osserva che, storicamente, l'istituzione della schiavitù, un tempo generalmente accettata, portava al ‘rifiuto dell’altro, maltrattamento delle persone, violazione della dignità e dei diritti fondamentali, istituzionalizzazione di diseguaglianze’ (n. 2). Di conseguenza, ‘lo schiavo poteva essere venduto e comprato, ceduto e acquistato come se fosse una merce’ (n. 3). Il Santo Padre rileva inoltre come, sebbene la schiavitù sia stata ufficialmente abolita in tutto il mondo, ci siano ancora ‘milioni di persone – bambini, uomini e donne di ogni età – [che] vengono private della libertà e costrette a vivere in condizioni assimilabili a quelle della schiavitù’ (n. 3). Papa Francesco fornisce esempi di schiavitù dei nostri giorni: uomini, donne e bambini lavoratori; migranti che subiscono abusi fisici, emotivi e sessuali e sono soggetti a condizioni di lavoro vergognose; persone, molte delle quali minorenni, costrette alla prostituzione e alla schiavitù sessuale, maschile e femminile; persone sequestrate dai terroristi e costrette a combattere, per non parlare di quelli che sono torturati, mutilati o uccisi. Secondo il Santo Padre, la causa di questi terribili mali contro l'umanità sono i cuori umani deformati dalla corruzione e dall'ignoranza. Quando i cuori sono corrotti, gli esseri umani non vedono più gli altri ‘come esseri di pari dignità, come fratelli e sorelle in umanità, ma come oggetti’ (n. 4)”.

“Cari amici, condividiamo la convinzione che la schiavitù moderna e il traffico di esseri umani sono crimini gravi, ferite aperte sul corpo della società contemporanea. In una sezione dell’ ‘Ottuplice sentiero’ – e cioè ‘La retta vita’ - il Buddha dichiara che il commercio di esseri viventi, compresi schiavi e prostitute, è una delle cinque occupazioni nelle quali non ci si deve impegnare (AN 5,177). Egli insegna a procacciarsi i beni pacificamente, con onestà e con mezzi legali, senza coercizione, violenza né inganno, e con mezzi che non provochino danni o sofferenze (cfr. AN 4,47; 5,41; 8,54). In questo modo, il buddismo promuove il rispetto per la vita e la libertà di ogni persona”.

“Come buddisti e cristiani, solleciti nel rispettare la vita umana, dobbiamo collaborare insieme perché si ponga fine a questa piaga. Papa Francesco ci invita a superare l’indifferenza e l'ignoranza e ad assicurare ‘soccorso alle vittime, la loro riabilitazione sotto il profilo psicologico e formativo e la loro reintegrazione nella società di destinazione o di origine’ (n. 5). Preghiamo affinché la vostra celebrazione del Vesakh, che comprende anche un particolare sforzo per portare felicità a chi è meno fortunato in mezzo a noi, possa essere un momento di approfondimento sulle modalità di collaborazione tra noi affinché non ci siano più schiavi, ma fratelli e sorelle che vivono in fraternità, bontà e compassione per tutti”.

 

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