Borse cinesi giù anche se la Banca centrale taglia i tassi d'interesse. Si cercano “i colpevoli”
Shanghai (AsiaNews) – I titoli cinesi continuano a perdere quota, nonostante i tentativi della Banca centrale del popolo cinese, che ieri ha ridotto il tasso d’interesse del denaro dello 0,25, portandolo a 4,6. Questo è il quinto taglio dei tassi dallo scorso novembre.
L’indice della borsa di Shanghai stamane era a meno 1,1%; questa settimana era già sceso del 16% creando sconvolgimenti nel sud-est asiatico, in India, in Africa, in Europa e America.
Una crisi del mercato cinese era attesa da tempo. Nel 2008, quando il mondo è stato annegato nella cosiddetta “crisi dei subprime”, Pechino ha cercato di contrastarla con una leggera politica fiscale e un massiccio prestito di denaro che hanno creato bolle finanziarie ed edilizie. Il debito del Paese è giunto fino a più del 250% del Prodotto interno lordo, creando un freno alla crescita. A questo si è aggiunta la riduzione della domanda estera – a causa della crisi mondiale – che ha creato una sovrapproduzione e una stagnazione del mercato estero e interno. Due settimane fa la Banca centrale ha svalutato lo yuan, sperando di potenziare l’export, ma i dati della produzione industriale rimangono molto bassi.
Secondo diversi analisti, la crisi della Cina significa che tutto il mondo annega nella crisi economica e data l’importanza del gigante cinese, è quasi sicuro che la sua discesa provocherà difficoltà ad altri Paesi quali il Brasile, gli Usa, i Paesi del petrolio, tutti grandi esportatori verso la Cina.
Fra i “colpevoli” della crisi attuale si citano la Cina, la Federal Reserve Usa e la discesa dei prezzi del petrolio. Zhang Ming, ricercatore dell’Accademia Cinese delle scienze sociali, sul China Business News afferma che il vero responsabile di questa crisi è la Fed che con i suoi programmi di aumento dei tassi, ha portato a una svalutazione delle monete e a una fuga di capitali all’estero. Altri invece fanno notare che ormai è tutto il mercato globale ad apparire malato e in discesa, e le economie legate fra loro mostrano che la crisi di uno è la crisi di tutti.
11/01/2016