16/02/2022, 09.00
RUSSIA
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Boom di divorzi in Russia durante la pandemia

di Vladimir Rozanskij

Nel 2021 sono stati 100mila in più. La Repubblica del Tatarstan sembra l’unica eccezione in tutta la Federazione. Continua il crollo della natalità. I giovani si impegnano meno e non fanno figli. Esperto: “Su internet non si fanno le famiglie”.

Mosca (AsiaNews) – Un’inchiesta del sito Idel.Realii rivela che la pandemia di Covid-19 ha messo seriamente in crisi la vita familiare dei russi. Già a metà del 2020, in seguito alla prima quarantena, erano aumentati di due volte e mezzo i casi di violenza domestica, che peraltro venivano denunciati più raramente, proprio per mancanza di controllo sociale reciproco. I divorzi invece sembravano diminuire, soprattutto perché nel 2020 era quasi impossibile recarsi in comune per firmare i documenti di separazione. I dati del 2021 mostrano in realtà che in Russia il numero dei divorzi, uno dei più alti al mondo statisticamente da molti anni, è ulteriormente aumentato.

L’inchiesta non raccoglie dati da tutta la Federazione, ma principalmente dal lungo territorio dell’Oltrevolga, una delle zone in teoria più “tradizionaliste” del Paese, dove in tempi passati si rifugiavano i “vecchio-credenti” contrari a ogni riforma religiosa e altre comunità desiderose di vivere al riparo dei cambiamenti. L’unica zona in cui la vita familiare è stata valutata in modo positivo pare essere la Repubblica del Tatarstan, a giudizio degli addetti locali dei servizi di anagrafe, che vantano una crescita delle famiglie numerose e una diminuzione statistica dei decessi, oltre a un generale aumento dei matrimoni, ma i dati lasciano molte perplessità, non essendo stati sottoposti al controllo dell’Istituto nazionale di statistica Rosstat.

La dirigente dell’Anagrafe nel Tatarstan, Gulmat Nigmatullina, sottolinea la diminuzione dei divorzi nelle famiglie con bambini minorenni: “Il dato migliore in tutta la Federazione Russa, visto che l’80% dei divorzi è deciso dai tribunali che assegnano le procedure di conciliazione. Noi ci impegniamo a usare tutte le possibilità per difendere la famiglia”. Il numero dei divorzi del 2021 peraltro non viene diffuso, “noi lo pubblichiamo ogni due anni”, sostiene Nigmatullina. Delle cinque regioni dell’Oltrevolga, il Tatarstan è l’unica a dichiarare la curva positiva della solidità delle famiglie, forse per motivi propagandistici, in una fase di affermazione della propria identità etnico-religiosa in cui si punta molto proprio sui valori tradizionali.

Tutt’altra storia nelle regioni vicine, a cominciare dal Baškortostan, dove pure la popolazione è di origine tataro-asiatica, anche se più mista e meno rivendicativa. Nella regione di Ufa i matrimoni sono leggermente cresciuti dal 2020 – 23mila contro 19mila – ma sono aumentati i divorzi, da 15mila a 14mila. Sono nati 1.847 bambini in meno nel 2021 e quasi 3mila in meno rispetto al 2019. Cifre simili anche in Ciuvascia, con mille divorzi in più e 600 bambini in meno, in Udmurtia (+500 divorzi, -272 bambini). Nella regione di Samara sono aumentati i matrimoni (+3.000 nel 2021), ma anche i divorzi (+400), con 448 bambini in meno.

In tutta la Federazione Russa nel 2021 sono stati registrati 923.553 matrimoni, 150mila in più dell’anno precedente, mentre i divorzi sono stati 644.207, 100mila in più del primo anno di pandemia. Negli ultimi tre anni la natalità in Russia è sensibilmente diminuita: 1.484.517 bambini nel 2019, 50mila in meno nel 2020 e 1.404.834 nel 2021. Nel 2021 si è avuta la rottura di quasi il 15% delle famiglie.

Il presidente della Fondazione per le ricerche sociali Vladimir Zvonovskij osserva che “il fenomeno della diminuzione dei matrimoni e delle nascite non è soltanto russo, soprattutto per il fatto che la registrazione civile e la celebrazione ecclesiastica delle unioni sta perdendo sempre più di significato per le giovani generazioni, che impegnandosi di meno fanno anche sempre meno figli”. Questo è legato a tanti fattori, compreso l’allungamento medio della vita e le protezioni sociali che rendono meno impellente il bisogno di costruirsi una famiglia propria. La nascita dei bambini è sempre meno legata al matrimonio, e le future generazioni crescono senza il senso di questa unione sacra e civile.

Come ricorda Zvonovskij, “su internet non si fanno famiglie”. Lo Stato sovietico socialista si proponeva di sostituire la famiglia con un controllo sociale sulle nascite e sulla crescita delle future generazioni, mentre oggi la vita futura è affidata all’incertezza assoluta a livello personale e sociale, in cui la pandemia pare aver dato la spinta decisiva per rompere ogni schema.

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