Bombardieri sorvolano la penisola coreana. Jimmy Carter spinge al dialogo
Partiti da Guam, hanno sorvolato il cielo della Sudcorea e hanno sganciato bombe nel mare. Per il Sud si tratta di “addestramento regolare”. Per gli Usa è un impegno con gli alleati per salvaguardare la sicurezza regionale e la stabilità. L’ex presidente Usa Carter vuole incontrare Kim Jong-un.
Seoul (AsiaNews/Agenzie) - Due bombardieri B-1B delle forze aeree Usa, insieme a jet da combattimento sudcoreani e giapponesi hanno sorvolato la notte scorsa la penisola coreana.
I bombardieri sono partiti dalla base di Guam. Dopo essere entrati nello spazio aereo sudcoreano, hanno compiuto un’esercitazione di lancio di bombe nel mare di fronte alla costa est della Corea del Sud. Hanno raggiunto poi il mare fra la Corea e la Cina e hanno ancora sganciato delle bombe in acqua.
I capi dello Staff congiunto della Corea del Sud hanno spiegato che i voli sono parte di un “addestramento regolare” che mira ad aumentare la capacità di una “estesa deterrenza” contro il Nord.
Il comando militare Usa ha dichiarato che “la missione di una continua presenza di bombardieri” dimostra la prontezza nel combattere nella zona Indo-Asia-Pacifico, manifestando “un impegno di alleanza indistruttibile” per salvaguardare la sicurezza regionale e la stabilità.
Il mese scorso, bombardieri Usa hanno volato in acque internazionali vicine al Nord, in una operazione notturna indipendente. In agosto, Pyongyang ha minacciato di lanciare dei missili per colpire Guam.
Nei mesi scorsi sono cresciute le minacce reciproche fra Stati Uniti e Corea del Nord, promettendosi reciprocamente una completa distruzione.
Proprio mentre sale la tensione, Park Han-shik, accademico sudcoreano all’università di Georgia, ha dichiarato al giornale Joong Ang Daily che il 93enne ex presidente Jimmy Carter è intenzionato ad andare a Pyongyang e incontrare il leader Kim Jong-un per “contribuire nello stabilire un permanente stato di pace nella penisola coreana”.
In un commento pubblicato nel Washington Post la scorsa settimana, Carter descrive la situazione della Nordcorea “la più seria minaccia esistenziale alla pace mondiale” e implora Washington e Pyongyang a trovare una via pacifica per disinnescare la tensione e “raggiungere un duraturo accordo di pace”.
Carter spiega che ogni pressione per spingere il Nord ad abbandonare i suoi programmi balistici e nucleari falliscono nella misura in cui il regime pensa che sia in gioco la sua sopravvivenza.
Al presente, una qualunque delegazione, anche non ufficiale, guidata da Carter avrebbe bisogno dell’approvazione del governo Usa, dato che vi è il divieto per i cittadini statunitensi di recarsi in Corea del Nord.
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