14/09/2015, 00.00
MALAYSIA – THAILANDIA
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Bomba Bangkok: tre arresti in Malaysia. È caccia alla “mente” dell’attentato

Un pakistano e due malaysiani (un uomo e una donna) sono sospettati di coinvolgimento nell’attacco bomba del 17 agosto scorso. La polizia thai e di Kuala Lumpur stanno cooperando da vicino per risolvere il caso. Bangkok ha emesso un mandato d’arresto per “Izaan”, 27enne forse di etnia uighura che avrebbe coordinato l’atto terroristico prima di fuggire in Cina.

Kuala Lumpur (AsiaNews/Agenzie) – La polizia malaysiana ha arrestato tre persone, in un’operazione legata alle indagini sull’attentato di Bangkok del 17 agosto scorso. I fermati sono un pakistano e due malaysiani, un uomo e una donna. Gli arresti sarebbero avvenuti grazie ad una soffiata della polizia thailandese. Al momento non è in programma un’estradizione dei sospettati in Thailandia. La cooperazione tra i due corpi di polizia è iniziata nei giorni scorsi, quando da Bangkok è filtrata la voce di un possibile sconfinamento a sud, verso la Malaysia, dei principali sospettati.

Intanto la polizia thailandese ha emesso un mandato d’arresto per Abudusataer Abudureheman – chiamato anche “Izaan” (o “Ishan”) –, l’uomo sospettato di aver organizzato l’attacco bomba che ha causato 20 morti e più di cento feriti al tempio Erawan, nel centro di Bangkok. La polizia ha scoperto il suo nome la settimana scorsa e lo ha indentificato come un uomo di 27 anni, di etnia uighura, proveniente dalla Cina.

La probabile appartenenza uighura del presunto colpevole accresce i sospetti che l’attentato sia una vendetta dell’etnia di religione musulmana nei confronti il governo di Bangkok. Ad inizio luglio, quasi 100 uighuri sono stati rimpatriati in Cina con la forza dalle autorità thai.

Per la polizia thai l’uomo è accusato di possesso illegale di attrezzatura militare. Sue tracce sono state trovate in un appartamento di Bangkok dove si trovavano anche materiale chimico e passaporti falsi.

Secondo alcune testimonianze, Izaan avrebbe lasciato la Thailandia qualche giorno prima dell’esplosione, diretto in Cina e poi in Bangladesh. Le autorità bengalesi affermano che il sospettato ha lasciato il Paese il 30 agosto con un biglietto per uno scalo a Delhi, ma non è mai giunto a destinazione.

Anche se la maggior parte dei sospettati (finora 12) sono presunti stranieri – turchi e cinesi – la polizia thai continua a rifiutare la pista di un attacco terroristico internazionale.

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