Boko Haram: liceali rapite, vendute come schiave e mogli "in nome di Allah"
Lagos (AsiaNews/Agenzie) - Il gruppo islamista Boko Haram ha rivendicato ieri il rapimento di oltre 200 studentesse, avvenuto lo scorso 14 aprile nel nord del Paese, dichiarando che "nel nome di Allah" esse saranno vendute come schiave o maritate a forza. "Ho rapito le vostre figlie. Vado a venderle al mercato, nel nome di Allah. Allah dice che devo venderle, perché sono sue": è quanto ha dichiarato il capo del gruppo estremista, Abubakar Shekau, in un video di 57 minuti. Dopo aver ricordato il rapimento di 276 ragazze per lo più fra i 16 e i 18 anni dai dormitori di una scuola a Chibok (Stato di Borno) - 53 di loro sono riuscite a fuggire e tornare a casa - il capo di Boko Haram si vanta dei suoi successi: "Ho detto che l'educazione occidentale deve finire... Voi ragazze dovete abbandonare la scuola e sposarvi". Precisando che il suo gruppo le considera come schiave, egli ha detto: "Voglio sposare una ragazza di 12 anni, una ragazza di nove anni".
Nel video, Shekau è in tenuta militare, in posa davanti a un veicolo blindato e due furgoni su cui sono applicate due mitragliatrici. Attorno a lui vi sono sei uomini armati col viso coperto. L'immagine è sfuocata, ma il capo islamista è riconoscibile. Nella prima parte del video Shekau esprime tutto il suo disprezzo verso la democrazia, l'educazione occidentale e tutti coloro che non credono nell'islam. Secondo fonti locali - non confermate ufficialmente - le ragazze potrebbero essere trasferite in Ciad o nel Camerun o in altri Paesi vicini per essere vendute a un prezzo di 12 dollari ciascuna.
Negli ultimi due anni il gruppo Boko Haram ("Vietare, proibire l'educazione occidentale") si è reso responsabile di molti attacchi terroristi contro chiese, scuole e luoghi di ritrovo di cristiani e musulmani, con un bilancio di morti che supera le 1500 vittime.
Nel Paese c'è molta frustrazione per l'incapacità del governo, della polizia e delle forze armate nel garantire la sicurezza e la sconfitta del gruppo islamista che, secondo osservatori, ha equipaggiamenti militari, armi e strumentazioni molto più moderne e sofisticate dell'esercito regolare.
Una delle ragazze che è riuscita a fuggire, confessa: "Sono molto triste perché mentre io sono qui a casa, penso alle mie compagne che sono nella savana... Spero che siano liberate. Tutti stiamo pregando Dio perché vengano rilasciate e possano tornare a casa".
Secondo l'International Crisis Group, che di recente ha prodotto un rapporto sulla (non) sicurezza in Nigeria, in questo periodo Boko Haram potrebbe accrescere i suoi attacchi per influenzare il voto alle prossime elezioni, che dovrebbero tenersi all'inizio del nuovo anno.
27/12/2019 21:01