Bogor: Natale all'aperto per i fedeli della Yasmin Church, derubati della chiesa dagli islamisti
Jakarta (AsiaNews) - I fedeli della Yasmin Church a Bogor, nel West Java, hanno celebrato le festività di Natale in un rifugio temporaneo, aggrappati alla speranza che - un giorno - la loro chiesa possa essere riaperta. Due anni fa le autorità del distretto hanno requisito il luogo di culto, usato da tempo dalla comunità cristiana protestante per le funzioni del fine settimana e delle feste principali. Dietro il sequestro dell'edificio, perpetrato col pretesto di presunte irregolarità nei permessi di costruzione, vi è la mano della frangia estremista islamica locale, che non intende concedere pari diritti e libertà di culto alla piccola ma consistente minoranza religiosa. Pressioni che si sono dimostrate più forti anche di due sentenze della Corte suprema indonesiana, che ha dato ragione ai fedeli della Yasmin Church ordinando il dissequestro della struttura e la riapertura al culto. Tuttavia, le autorità locali non hanno dato corso al verdetto dei supremi giudici, pur di compiacere alle richieste dei movimenti fondamentalisti.
I fedeli della GKI Yasmin Church hanno celebrato un altro Natale in un luogo di fortuna, lontani dalla loro chiesa, i cui battenti restano bloccati per ordine dell'amministrazione locale di Bogor. Dori Susanto, 60enne membro della comunità, racconta che "ormai da diverso tempo siamo costretti a nasconderci", vagando "da un luogo all'altro". La donna aggiunge che "continueremo a farlo" sino a che non verrà restituito il "nostro luogo di culto legittimo".
Nel 2006 le autorità distrettuali avevano concesso tutti i permessi di costruzione previsti dalla legge, salvo poi revocarli per le pressioni esercitate dalla maggioranza musulmana, fomentata da gruppi estremisti islamici. La comunità protestante ha celebrato le funzioni natalizie dei giorni scorsi in un riparo di fortuna, provvisto di tetto ma senza mura perimetrali, circondati da almeno 300 uomini fra polizia e membri della sicurezza. Poco lontano, islamisti e membri di gruppi radicali osservavano la scena. Tuttavia, i fedeli non si sono lasciati intimorire e hanno voluto partecipare numerosi agli incontri. "Stiamo facendo la cosa giusta - affermano i fedeli - e non siamo affatto impauriti".
Una posizione confermata dal leader e portavoce Bona Sigalingging, secondo cui i membri sono decisi e risoluti a continuare all'aperto e in luoghi di emergenza le celebrazioni, finché non verrà restituito loro il luogo di culto. "Le attività religiose sotterranee - aggiunge - sono un chiaro segnale per il governo; in una nazione considerata democratica, esiste ancora la pratica discriminatoria di sigillare i luoghi di culto". Alle celebrazioni natalizie della Yasmin Church ha partecipato anche un leader islamico di primo piano della zona, di nome Turmudi; egli ha sottolineato che è dovere dei musulmani "mantenere legami con gli altri", minoranze religiose comprese.
L'Indonesia, nazione musulmana più popolosa al mondo, è sempre più spesso teatro di attacchi o episodi di intolleranza contro le minoranze, siano essi cristiani, musulmani ahmadi o di altre fedi. Nella provincia di Aceh - unica nell'Arcipelago - vige la legge islamica (sharia), in seguito a un accordo di pace fra governo centrale e Movimento per la liberazione di Aceh (Gam), e in molte altre aree si fa sempre più radicale ed estrema la visione dell'islam fra i cittadini. Inoltre, alcune norme come il permesso di costruzione - il famigerato Imb - vengono sfruttate per impedire l'edificazione o mettere i sigilli a luoghi di culto, come è avvenuto nel West Java contro la Yasmin Church. La Costituzione sancisce la libertà religiosa, tuttavia la comunità è vittima di episodi di violenze e abusi. Fonti locali riferiscono che, nel solo mese di dicembre, almeno cinque luoghi di culto cristiani hanno dovuto chiudere i battenti a causa delle pressioni esercitate dagli islamisti.
20/12/2017 12:34