Blitz contro la “moschea rossa”, oltre 40 morti
Il governo giustifica l’uso dei militari con la presenza, non confermata, di oltre 150 ostaggi all’interno della moschea. I leader radicali non si arrendono ed annunciano il martirio.
Islamabad (AsiaNews/Agenzie) – Il governo pakistano ha ordinato all'alba un blitz militare contro i radicali islamici barricati da giorni all’interno della Lal Masjid, la “moschea rossa” della capitale. Secondo le prime stime, oltre 40 militanti sono morti nel corso dell’attacco, insieme a tre soldati.
Secondo il portavoce dell’esercito, il magg. Waheed Arshad, quello di oggi “è solo l’ultima spinta per liberare la zona dai militanti armati che mettono in pericolo la sicurezza della capitale”. Tuttavia, ha aggiunto, “al momento controlliamo il 70 % del complesso, compresa però la madrassa femminile della Jamia Hafsa. Vi è ancora resistenza, ma continuiamo a ripulire la zona”.
Le truppe hanno attaccato alle 4 del mattino (ora locale), ma hanno incontrato “una forte resistenza”. Secondo i militari, il blitz è giustificato dalla presenza “di oltre 150 ostaggi, tra cui donne e bambini, tenuti con la forza all’interno della moschea”.
I leader della moschea, che sin da gennaio portano avanti una campagna di “talebanizzazione” del Pakistan, hanno però annunciato che non si arrenderanno. Abdul Rashid Ghazi, una delle guide spirituali della Lal Masjid, ha detto in un messaggio televisivo: “Il governo ha usato la forza in maniera arbitraria. Questa è un’aggressione senza scusanti, ma noi non ci fermeremo. Ora il mio martirio è certo”.
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