Biografo di Madre Teresa: Una cattedrale a Pristina, dedicata alla santa (Foto)
Don Lush Gjergji è il vicario di Prizren, in Kosovo. “Appena ho incontrato Madre Teresa nel 1968, ho capito subito che era una santa”. Il sacerdote spera che nel 2017 papa Francesco consacrerà il Santuario in costruzione. La questione della “notte oscura”; le case delle Missionarie della Carità; i numeri della Chiesa cattolica in Kosovo.
Roma (AsiaNews) – Nel 2007 a Pristina, capitale del Kosovo, “abbiamo cominciato a costruire la cattedrale di Madre Teresa. Nel 2010 sono iniziate le messe, ma non è ancora ultimata. Nel 2017, nel giorno del primo anniversario della canonizzazione della Madre, vorremmo consacrare il Santuario a lei dedicato e speriamo che a farlo sia papa Francesco”. Lo dice ad AsiaNews don Lush Gjergji, vicario generale della diocesi di Prizren, in Kosovo, incontrato a margine delle celebrazioni avvenute in Vaticano per la proclamazione della santa di Calcutta. Ricordando il giorno in cui ha conosciuto Madre Teresa nell’autunno del 1968, afferma: “La mia prima sensazione è stata questa: che avevo davanti una grande santa. Lei è diventata la Madre della mia vocazione, una ispirazione costante per la mia vita”.
Don Lush è il biografo ufficiale di Madre Teresa, conosciuta in giovane età dati i legami tra la sua famiglia e quella della fondatrice delle Missionarie della Carità. Sua zia Mrika e la madre Dile erano coetanee di Madre Teresa e con lei hanno trascorso l’infanzia a Skopje. Prima ancora di incontrala a Roma nel 1968, don Lush aveva già sentito parlare della suora, di cui famiglia e sacerdoti locali “predicavano la vita e le opere”.
“Quando l’ho incontrata – ricorda – ho avvertito subito la santità della Madre e in quello stesso momento ho deciso che volevo dedicare buona parte della mia vita a conoscerla più da vicino: la famiglia, la vita parrocchiale, le radici di questo grandioso fenomeno di bontà e amore”.
Il sacerdote crede di “aver mantenuto la promessa, con 15 libri dedicati alla vita di Madre Teresa”, tra cui la prima biografia completa. Come egli racconta, “ho tentato di seguirla per tutta la vita, fino al suo ‘ritorno alla casa del Padre’”.
Dei numerosi incontri con la santa di Calcutta – durante la consegna del Premio Nobel per la Pace a Oslo nel 1979, l’apertura di diverse case delle Missionarie della Carità nell’Europa orientale, cinque visite in Kosovo, dieci giorni a Calcutta nel 1989 e altri ancora – egli riporta: “Ogni incontro era come il primo, attraente, profondo, materno”.
Il sacerdote cita anche una frase che Madre Teresa ripeteva sempre: “Guardando le cinque dita della mano, lei ripeteva ogni giorno ciò che era il suo Vangelo: ‘Cosa farò oggi per Gesù?’. Questo è il miglior esame della coscienza cristiana”.
Per quanto riguarda la questione della “notte oscura”, il periodo in cui Madre Teresa sperimentò il “silenzio di Dio”, don Lush spiega: “Si è trattato di un periodo in cui Dio l’ha messa alla prova. È stata una prova lunga e dura, ella sentiva come se fosse stata abbandonata dal Signore. Ma la risposta di Madre Teresa è stata eccezionale: perseveranza nella fede e fedeltà nell’amore. Questo testimonia la grande santità della Madre, la sua capacità di soffrire e offrire tutto a Dio e al prossimo”. “Senza la sofferenza e il sacrificio – continua – lei non sarebbe stata più se stessa, ancora meno la Missionaria della Carità, la persona così audace ad affrontare ogni male nel mondo moderno. Lei diceva: ‘Senza l’amore e il sacrificio, la vita non ha senso’”.
Don Lush è convinto che la canonizzazione della Madre porterà numerose benedizioni alla Chiesa kosovara. “Madre Teresa – afferma – è l’espressione più bella della nostra tradizione albanese che rispetta e pratica l’ospitalità, la generosità, il senso della vita familiare, il dialogo ecumenico e inter-religioso”.
A proposito del rapporto con le altre religioni, il vicario di Prizren riporta che la chiesa locale ha buoni legami con la Chiesa ortodossa serba e con la comunità islamica, con le quali “cerchiamo diversi punti d’incontro e di collaborazione per il bene comune”.
Tra l’altro, nonostante il numero dei cattolici del Paese sia esiguo, circa 60mila (il 3% della popolazione), il Kosovo ha “prestato diversi sacerdoti e religiosi all’Albania, alla diaspora europea e negli Usa”.
Il sacerdote gioisce anche per il prezioso lavoro svolto dalle Missionarie della Carità. Esse sono “rispettate da tutti” e curano poveri, anziani, abbandonati nelle case di Peja e Skopje (fondate dalla Madre rispettivamente del 1982 e nel 1980).
Infine spera che papa Francesco possa consacrare il nuovo Santuario intitolato alla santa. “Questa – conclude – sarà una buona occasione di pellegrinaggi sulle orme di Madre Teresa: Prizren, città nativa dei genitori; Skopje, dove è nata la santa; Letnica, dove ha deciso di farsi suora per aiutare i poveri del mondo”.
08/09/2020 12:30
16/08/2016 14:07
07/09/2016 10:38