Binh Duong: lavoratori bloccati nelle fabbriche per contrastare il Covid
Dopo l'area di Ho Chi Minh City, la provincia è la più colpita dal virus. I lavoratori sono costretti a dormire e mangiare sul posto di lavoro. Alcuni di loro sono scappati, ad altri viene impedito di tornare a casa.
Ho Chi Minh City (AsiaNews) - Diversi lavoratori e operai vietnamiti sono costretti a vivere all’interno delle fabbriche per contenere la diffusione del Covid-19. Succede a Binh Duong, la provincia più colpita dalla crisi sanitaria in questo momento dopo Ho Chi Minh City. In questa area si contano 29 parchi industriali con oltre 2mila imprese, più di 485mila lavoratori vietnamiti e quasi 15mila dipendenti stranieri. Circa 17mila delle 154mila infezioni totali del Paese si trovano a Binh Duong, mentre ieri il Vietnam ha riportato 7.447 nuovi casi.
Per contrastare l’alto numero di contagi, il governo ha imposto un coprifuoco dalle sei di sera alle sei di mattina. La decisione è stata presa il 25 luglio e sarà in vigore fino a nuovo ordine. Circa 3.600 imprese di Bình Duong hanno deciso di aderire a quello che viene chiamato il “Piano dei tre principi”, ma nei giorni scorsi si sono comunque registrati dei contagi, per cui i dipendenti hanno chiesto di poter tornare a casa. In un’azienda della città di Tan Binh, che impiega circa 600 persone, dopo la rilevazione di almeno 60 casi di coronavirus, i lavoratori si sono precipitati ai cancelli supplicando di poter uscire. Alla Limited Company AI, nella zona industriale di Bau Bang, alcune centinaia di persone sono scappate.
Alcune aziende hanno deciso di sospendere il Piano dei tre principi, mentre altre hanno ridotto la produzione, ma continuano a costringere i lavoratori a restare. “Stiamo affrontando la situazione sanitaria in maniera decisa”, ha dichiarato ai media locali Nguyen Thi Thanh Huong, vice direttrice del Dipartimento risorse umane della Ens Foam. “Per rispondere alle esigenze produttive - ella ha aggiunto - abbiamo fornito una sistemazione ragionevole ai dipendenti. Tutti si comportano gli uni con gli altri come membri di una grande famiglia per superare le difficoltà”.
In realtà di recente molte imprese si sono messe in quarantena e hanno bloccato la produzione per l’alto tasso di contagi. Nei giorni scorsi altre due fabbriche nel comune di Tan Uyen hanno riportato 270 casi, mentre nella città di Di An, una fabbrica che lavora il legno ne ha riportati 248. Secondo alcune fonti, i datori di lavoro hanno bloccato i dipendenti nelle fabbriche senza aver prima effettuato abbastanza tamponi; i numeri elevati hanno impedito però di poter svolgere test a tappeto.
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