Betlemme isolata e triste: i cristiani emigrano
Betlemme (Asianews)- A causa delle misure israeliane di sicurezza anti-terrorismo, a un ingente numero di cristiani di Nazareth, di Gerusalemme o di altre parti della Palestina e di Israele è proibito andare a Betlemme. "È un Natale infelice quello che si celebra nella città dove è nato Gesù" dice il dott. Bernard Sabella, Segretario Esecutivo del Consiglio ecumenico delle Chiese per il servizio ai rifugiati palestinesi del Medio Oriente. Sabella racconta ad AsiaNews la triste atmosfera che regna nella Piazza della Mangiatoia e alla Chiesa della Natività: "i negozianti della Piazza soffrono molto a causa della grave situazione economica. Uno di loro mi ha detto: Apro il mio negozio alle 9 di mattina e chiudo i battenti a mezzogiorno o al massimo alle 12.30. Non ci sono visitatori, né persone negli alberghi, né pellegrini, nessuno entra dalla Galilea. Il sistema di checkpoints (posti di blocco) e le chiusure non lasciano molte alternative agli abitanti di Betlemme: attingere ai propri risparmi e una volta esauriti, rivolgersi alle organizzazioni di carità in cerca di aiuto". Il dott. Sabella precisa che il problema ha un altro risvolto doloroso: "Anche la gente di Betlemme non può muoversi in libertà, visitare i luoghi sacri di Gerusalemme, andare a trovare i propri familiari e amici".
L'unico modo di raggiungere Betlemme è entrarci per vie alternative. Ma questo è illegale e se vieni preso, spiega Sabella "rischi di pagare multe altissime, andare in carcere, subire umiliazioni e trattamenti disumani".
I bambini di Betlemme continuano ad essere come tutti i bambini del mondo: giocano e ridono, spensierati e pieni di vita. I loro genitori, però sono preoccupati: molti giovani palestinesi cristiani scelgono di emigrare. Alcuni vanno via solo dall'isolamento di Betlemme, altri emigrano in un'altra nazione.
"Dall'inizio della seconda Intifada (settembre 2000) dice Sabella ad AsiaNews - oltre 2500 palestinesi cristiani hanno lasciato Betlemme e sono emigrati in Canada, Usa, Australia e altri paesi stranieri. Se domandi loro il perché, ti rispondono sempre: per il futuro dei miei bambini". (ID)
08/01/2018 12:36