Berlino corteggia i Paesi dell'Asia Centrale
Gas, economia e sicurezza al centro di un vertice tenuto a Berlino coi presidenti dei cinque Paesi della regione. La priorità rimane la reale apertura della direttrice per le merci tra il mar Caspio e il mar Nero, con lo sfruttamento successivo della via fluviale sul Danubio.
Berlino (AsiaNews) - Si è concluso a Berlino il vertice dei presidenti della Germania, Frank-Walter Steinmeier, e dei Paesi dell’Asia centrale, Kasym-Žomart Tokaev del Kazakistan, Šavkat Mirziyoyev dell’Uzbekistan, Sadyr Žaparov del Kirghizistan, Emomali Rakhmon del Tagikistan e l’ex-presidente del Turkmenistan, Gurbanguly Berdymukhamedov, attuale presidente del Senato, che ha deciso di sostituire il figlio, il presidente-junior Serdar. I leader asiatici hanno incontrato anche il cancelliere Olaf Scholz, e tenuto una serie di incontri bilaterali.
Mentre il padre si riprendeva la scena insieme ai capi di Stato, Serdar Berdymukhamedov concludeva i festeggiamenti per l’anniversario dell’Indipendenza del Turkmenistan, segnato alla data del 27 settembre, ma durati di fatto un mese tra preparativi, manifestazioni di contorno e concorsi di ogni genere. Il presidente ha dovuto mandare il padre a Berlino per non perdersi la corsa dei cavalli all’ippodromo di Ašgabat, annullando anche la riunione settimanale con i membri del governo, per poi celebrare con tutto il popolo la Giornata degli Anziani.
Al summit di Berlino nel frattempo si è parlato di esportazione del gas, di economia e di sicurezza. Come ha rilevato la portavoce del presidente tedesco, Cerstin Gammelin, sulla sua pagina di X (Twitter), le parti hanno avuto un colloquio ad ampio spettro sullo sviluppo della cooperazione, la situazione geopolitica, in particolare alla luce del conflitto della Russia in Ucraina, e anche delle relazioni con la Cina e l’Afghanistan.
Il leader-senior turkmeno ha insistito affinché i meccanismi di garanzia della sicurezza a livello globale rimangano una prerogativa dell’Onu, senza accennare direttamente alla guerra in Ucraina, ma alludendo alla necessità di una riforma del Consiglio di sicurezza. Insieme agli altri presidenti, egli ha sottolineato “l’attuale fase di trasformazione del mercato energetico globale, e degli itinerari mondiali dei trasporti commerciali, in nuove configurazioni di partenariato sulla direttiva Europa-Asia”. Sono stati richiamati i piani strategici già più volte proclamati in vari incontri sulle strategie europee in Asia centrale, e anche con il piano sulle “Porte globali” entro il 2027, proposto dalla “Squadra d’Europa”.
I piani per le consegne di gas sono rimasti piuttosto indefiniti, in quanto le enormi riserve turkmene non sono accessibili proprio per mancanza di infrastrutture e vie di trasporto, limitandosi a esprimere un generico appello alla “diversificazione delle direttive di scambio sui mercati internazionali”. La priorità rimane la reale apertura dell’itinerario “mar Caspio – mar Nero”, con lo sfruttamento successivo del Danubio; i presidenti hanno fatto appello alle capacità industriali, tecnologiche e finanziarie della Germania, per valorizzare la ricchezza di risorse e capitale umano dell’Asia centrale.
Il kirghiso Žaparov si è detto “molto colpito dall’interesse della comunità internazionale alla nostra regione”, mentre il tagico Rakhmon ha insistito sulla necessità di investimenti nella sfera industriale, nell’energia idrica, ma anche nei rapporti culturali e turistici, senza dimenticare l’attenzione comune da rivolgere alle minacce provenienti dall’Afghanistan. Il kazaco Tokaev ha parlato esplicitamente della situazione in Ucraina, sottolineando che bisogna insistere per portare le parti in conflitto al tavolo delle trattative, “alla ricerca di soluzioni pacifiche accettabili da entrambe”.
Anche l’uzbeko Mirziyoyev ha fatto appello allo sviluppo della collaborazione, prioritaria nel campo delle tecnologie più avanzate e dei trasporti, ponendo un accento particolare sull’economia “verde” e gli scambi culturali. Tutti hanno espresso gratitudine agli sforzi già in atto dalla Germania, che pur non avendo confini con l’Asia, appare uno degli Stati occidentali più vicini al suo “cuore” della regione centrale.
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