20/09/2014, 00.00
LIBANO
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Beirut: cristiani e musulmani piangono Hani Fahs, icona del dialogo interreligioso

di Fady Noun
Commozione e cordoglio nella comunità politica e religiosa libanese per la morte dello sceicco. Il ricordo di p. Fadi Daou, fondatore di Adyane, fra gli ultimi a visitarlo in ospedale. Egli era "un vero musulmano", che sapeva vivere la propria fede in profondità. L'ultimo progetto un ritiro spirituale per cristiani e musulmani.

Beirut (AsiaNews) - In un periodo caratterizzato da tinte fosche che si stagliano su una gran parte del Medio oriente, il decesso avvenuto il 18 settembre scorso dello sceicco Hani Fahs, 68 anni, una delle personalità più autentiche del dialogo interreligioso, ha sollevato profonda emozione in seno alla comunità politica e religiosa. Una emozione che non ha alcun parallelo con l'attenzione di cui godeva, di contro, nel mondo della stampa. È come se, perdendolo, avessimo infine colto appieno la statura morale di quest'uomo dalla mentalità aperta, che sapeva imporsi tanto per la sua natura, quanto per la sua conoscenza e la profondità della sua fede.

Padre Fadi Daou, fondatore dell'associazione Adyane, è stato fra gli ultimi amici a visitare il grande ulema, nella camera di terapia intensiva dell'ospedale in cui era ricoverato. In piedi ai bordi del letto, davanti al corpo intubato del maestro agonizzante, p. Daou ha pregato "affinché Dio non privi mai il Libano e il mondo arabo di figure paterne che abbiamo la sua limpidezza, che vivano in coerenza con la loro fede e che mettano in pratica quanto affermano".

La fondazione Adyane - una delle realtà più importanti nel dialogo interreligioso in Libano, ndr - ha deciso di concedere al grande ulema, a titolo postumo, il premio della solidarietà spirituale, che avrebbe voluto assegnarli quest'anno se fosse stato ancora in vita.

Nel comunicato che annuncia l'assegnazione del premio, p. Fadi Daou ha aggiunto che apprezzava in modo particolare di Hani Fahs "la sua diffidenza verso gli uomini di fede che brandivano argomentazioni da autorità, e la sua vicinanza a chi era in cerca di Dio in modo umile, coraggioso, libero, qualsiasi fosse la religione di appartenenza".

Citando il grande uomo di fede da poco scomparso, p. Daou ha ricordato che "tu mi dicevi: sono un mendicante, in cerca dell'amore di Dio e degli uomini". "Questa libertà interiore ti ha portato - ha aggiunto - a sentirti responsabile verso gli uomini, a farti carico delle loro cause, senza mai esitare né misurare i tuoi sforzi, per difenderli".

"Tu amavi i giovani. Tu, il sapiente, l'ulema e il maestro" ha poi ricordato il fondatore di Adyane, precisando inoltre che "nell'impulso dato dalla giovinezza, malgrado tutte le distrazioni possibili" Hani Fahs vedeva "quantomeno un movimento di spinta verso il futuro, in un'epoca in cui tanto le parole quanto i fatti ci trascinano indietro".

P. Daou ha definito infine Hani Fahs "un vero musulmano", che viveva la sua fede in profondità, nella sua connotazione sciita", "in un'epoca in cui molti affermano la propria posizione sunnita o sciita e si battono per la causa senza nemmeno essere dei veri musulmani".

Uno degli ultimi progetti che prendeva forma attraverso lo sceicco Hani Fahs consisteva nell'organizzare un ritiro spirituale aperto a cristiani e musulmani, al convento del Cristo Redentore di Zahlé (Békaa).

In seno alla comunità internazionale, in particolare fra i cristiani, molti hanno reso omaggio alla sua memoria e pianto la scomparsa di un uomo che resterà "un segno luminoso nella storia del Libano", usando le parole dell'ex Primo Ministro libanese Nagib Mikati.

Hani Fahs è stato sepolto ieri 19 settembre nel suo villaggio natale di Jibchit, nel sud del Libano. Come molti dei suoi coetanei, egli ha studiato nella città santa di Najaf, in Iraq. Egli lascia alle spalle una collezione importante di scritti, ma soprattutto il ricordo di essere stato un vero amico della Verità.

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