Beirut, prove di dialogo fra Hezbollah e il patriarca maronita
Dopo settimane di tensione sulla internazionalizzazione della crisi e la proposta di conferenza Onu, si apre un confronto fra le parti. Harès Chéhab: Neutralità è un tema complesso che ha bisogno di essere approfondito. Il nodo delle armi nelle mani del partito sciita. La promessa di nuovi incontri in futuro.
Beirut (AsiaNews) - “La ripresa del dialogo la scorsa settimana fra il patriarcato maronita ed Hezbollah è stato un evento in sé” ha affermato ad AsiaNews l’avvocato Harès Chéhab, co-presidente del Comitato nazionale per il dialogo islamo-cristiano che, con mons. Samir Mazloum, vicario patriarcale maronita, ha condotto questi colloqui con due membri dell’ufficio politico di Hezbollah: Mohammad Saïd Khansa e Moustapha Hajj Ali. “L’assenza di un contatto personale è dannoso per il dialogo, perché crea in modo involontario un sentimento di distanza e di freddezza” ha spiegato Chéhab, secondo cui “bisogna dissipare questo sentimento e noi l’abbiamo fatto”. Egli aggiunge inoltre che “l’incontro prepara il terreno a discussioni più elaborate”. Un parere condiviso anche sul versante opposto, quello di Hezbollah, che secondo l’analista Kassem Kassir - vicino alle posizioni del partito - “ha voluto manifestare la propria soddisfazione pubblicando un comunicato e una foto dell’incontro, cosa che non era mai avvenuta in passato”.
Il patriarca Beshara Raï invoca da tempo l’organizzazione di una conferenza internazionale sotto l’egida Onu per affrontare in modo serio la crisi del Libano. La proposta, che punta ad allargare su scala globale la crisi ed è vista con sospetto da Hezbollah, difende il principio di neutralità, al quale il card. Raï desidera conferire un carattere costituzionale. Questo incontro del comitato formato dal patriarcato ed Hezbollah aveva dunque come scopo quello di allentare la tensione fra la sede patriarcale e la base popolare del "Partito di Dio", salita dopo la manifestazione popolare del 27 febbraio scorso, durante la quale il capo della Chiesa maronita aveva attaccato, pur senza nominarla, la formazione sciita.
“Abbiamo parlato di neutralità, in lungo e in largo” spiega Chéhab, “e vi posso assicurare che sono disponibili all’ascolto e pronti a discuterne”.
“Non ho avuto l’impressione che siano imbarazzati per la campagna del patriarca [a favore della neutralità e dello svolgimento di una conferenza internazionale sul Libano, sotto l’ombrello delle Nazioni Unite]” assicura l’avvocato, ma “è certo che la neutralità è una questione complessa, che ha ancora bisogno di essere esploratq, anche da parte nostra, per conoscere i pro e i contro a livello costituzionale. Prima di incontrarci di nuovo, ci lavoreremo”. Al contrario, Chéhab ha precisato che in nessun momento si è sollevata la questione delle armi di Hezbollah, fatto salvo per la forma seguente: “Qual è il miglior modo per difendere il Libano?”. Un quesito al quale i membri di Hezbollah, di certo, hanno saputo dare una risposta pronta.
Si è parlato anche della visita di papa Francesco in Iraq e del suo incontro con il grande ayatollah Ali al-Sistani, la massima autorità sciita del Paese. I nostri interlocutori si sono dimostrati sensibili alla testimonianza resa dal pontefice, quando egli ha affermato di “sentirsi onorato” per l’incontro con un uomo “saggio che gli ha fatto del bene all’anima” ha aggiunto Chehab. Il quale ha poi continuato: “Ho anche sentito che [gli Hezbollah] desiderano con sincerità la formazione urgente di un nuovo governo, date anche le condizioni economiche prevalenti”.
Al tempo stesso il partito sciita non capisce però “perché alcuni esponenti della classe politica rifiutano in blocco, prima ancora di prenderlo in considerazione, tutto ciò che propone l’Iran” per aiutare il Libano. Secondo Kassem Kassir, l’incontro è stato giudicato “eccellente” da Hezbollah, che starebbe preparando il terreno per futuri incontri, soprattutto perché il tema della neutralità è complesso e non si esaurisce in poche parole. “Temiamo interferenze internazionali in Libano” ha detto il mufi Jaafarita (sciita) in Libano, Ahmad Qabalan.
“La questione della neutralità positiva - si legge in una nota diffusa alla stampa da Hezbollah al termine dell’incontro - proposta dal patriarca Rai è stata menzionata e i funzionari [del comitato] hanno deciso di proseguire le discussioni nelle riunioni future”.
Nella foto: il comitato del dialogo Bkerké-Hezbollah: da sinistra a destra Harès Chéhab, Samir Mazloum, Mohammad Saïd Khansa e Moustapha Hajj Ali.
01/06/2021 11:07