Beirut, omicidio Hariri: mandato d’arresto per 4 membri di Hezbollah
Gli ordini di cattura emessi in base agli atti del Tribunale speciale internazionale Onu. Soddisfazione del figlio ed ex premier Saad Hariri, che parla di “momento storico”. A rischio la nascita del nuovo governo sciita e filo-siriano. Lo scontro politico potrebbe trascinare il Libano nel caos.
Beirut (AsiaNews/Agenzie) – La magistratura libanese ha spiccato quattro mandati di arresto nei confronti di altrettanti leader del movimento sciita Hezbollah. Gli ordini di cattura sono il frutto degli atti trasmessi dal Tribunale speciale internazionale (Tsl) Onu, costituito nel 2005 per far luce sull’assassinio dell’ex Primo Ministro Rafik Hariri. Il figlio ed ex premier Saad accoglie con favore la notizia e parla di un “momento storico” per il Paese. Tuttavia, la decisione dei giudici peserà come un macigno sul neonato governo appoggiato da Hezbollah e potrebbe far da detonatore per una nuova e sanguinosa guerra civile.
Questa mattina i tre giudici che costituiscono il Tsl hanno consegnato al Procuratore generale libanese Saeed Mirza una copia del rapporto. Fonti locali riferiscono che i quattro indiziati sarebbero Mustafa Badreddine, Salim Ayyash, Hassan Issa e Assad Sabra. Essi sarebbero personaggi di primo piano di Hezbollah e avrebbero avuto un ruolo attivo nell’ideazione e nell’esecuzione materiale dell’attentato.
Il 14 febbraio 2005 un attacco bomba a Beirut ha causato la morte dell’allora Primo Ministro Rafik Hariri e di altre 21 persone, molte delle quali erano membri della sua scorta. Fin da subito i sospetti sono caduti sul movimento estremista sciita libanese Hezbollah e sui servizi segreti siriani, anche se Damasco ha più volte negato ogni coinvolgimento.
Il Tsl ha sede all’Aja e più volte è stato oggetto di denunce da parte degli estremisti sciiti, che non riconoscono l’autorità dei giudici. Le divisioni sul Tribunale internazionale sono state più volte in passato causa di disordini sociali e problemi politici.
L’attuale premier Nagib Mikati invita i libanesi “all’unità e alla saggezza”, per evitare ulteriori spaccature e conflitti interni. Del resto Hezbollah e i suoi fedelissimi costituiscono la componente maggioritaria del nuovo esecutivo – filo siriano – formato da poco, dopo cinque mesi di negoziati e stallo politico. Adesso la procura libanese ha 30 giorni di tempo per eseguire i fermi; questo arco di tempo coincide con la scadenza fissata per il 13 luglio, giorno in cui il capo del governo si presenterà in Parlamento per presentare il programma.
Se la nascita del governo è a rischio, ancor più fosco sembra il futuro del Libano che rischia di precipitare in una nuova e sanguinosa guerra civile.
Questa mattina i tre giudici che costituiscono il Tsl hanno consegnato al Procuratore generale libanese Saeed Mirza una copia del rapporto. Fonti locali riferiscono che i quattro indiziati sarebbero Mustafa Badreddine, Salim Ayyash, Hassan Issa e Assad Sabra. Essi sarebbero personaggi di primo piano di Hezbollah e avrebbero avuto un ruolo attivo nell’ideazione e nell’esecuzione materiale dell’attentato.
Il 14 febbraio 2005 un attacco bomba a Beirut ha causato la morte dell’allora Primo Ministro Rafik Hariri e di altre 21 persone, molte delle quali erano membri della sua scorta. Fin da subito i sospetti sono caduti sul movimento estremista sciita libanese Hezbollah e sui servizi segreti siriani, anche se Damasco ha più volte negato ogni coinvolgimento.
Il Tsl ha sede all’Aja e più volte è stato oggetto di denunce da parte degli estremisti sciiti, che non riconoscono l’autorità dei giudici. Le divisioni sul Tribunale internazionale sono state più volte in passato causa di disordini sociali e problemi politici.
L’attuale premier Nagib Mikati invita i libanesi “all’unità e alla saggezza”, per evitare ulteriori spaccature e conflitti interni. Del resto Hezbollah e i suoi fedelissimi costituiscono la componente maggioritaria del nuovo esecutivo – filo siriano – formato da poco, dopo cinque mesi di negoziati e stallo politico. Adesso la procura libanese ha 30 giorni di tempo per eseguire i fermi; questo arco di tempo coincide con la scadenza fissata per il 13 luglio, giorno in cui il capo del governo si presenterà in Parlamento per presentare il programma.
Se la nascita del governo è a rischio, ancor più fosco sembra il futuro del Libano che rischia di precipitare in una nuova e sanguinosa guerra civile.
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