Bartolomeo: lo sviluppo non può rimanere un incubo per l'ecologia
“La vita stessa della Chiesa è un'ecologia applicata. I sacramenti della Chiesa, tutta la sua vita di culto, il suo ascetismo e la vita comunitaria, la vita quotidiana dei suoi fedeli, esprimono e generano il più profondo rispetto per il creato.
Istanbul (AsiaNews) – Sebbene sia “convinzione condivisa che, nel nostro tempo, l'ambiente naturale è minacciato come mai prima d'ora nella storia dell'umanità”, “nazioni e operatori economici non sono in grado - in nome delle ambizioni geopolitiche e dell'’autonomia dell'economia’ - di adottare le decisioni corrette per la protezione del creato”. Lo scrive il patriarca ecumenico Bartolomeo I nel suo messaggio per la Giornata mondiale di preghiera per la cura del Creato che si celebra domani, primo settembre.
“La posta in gioco – rileva Bartolomeo - non è più la qualità, ma la conservazione della vita sul nostro pianeta”. “Per la prima volta nella storia, l'uomo è in grado di distruggere le condizioni di vita sulla terra. Le armi nucleari sono il simbolo del titanismo prometeico dell'uomo, l'espressione tangibile del ‘complesso di onnipotenza’ del contemporaneo ‘uomo-dio’. Nell'usare il potere che deriva dalla scienza e dalla tecnologia, ciò che si rivela oggi è l'ambivalenza della libertà dell'uomo. La scienza serve la vita; contribuisce al progresso, ad affrontare malattie e altre realtà finora considerate ‘fatali’; crea nuove prospettive positive per il futuro. Tuttavia, allo stesso tempo, fornisce all'uomo mezzi onnipotenti, il cui uso improprio può diventare distruttivo. Stiamo sperimentando la distruzione dell'ambiente naturale, della biodiversità, della flora e della fauna, all'inquinamento delle risorse acquatiche e dell'atmosfera, al progressivo collasso dell'equilibrio climatico” e ad altri eccessi.
Ma lo sviluppo economico, oggi fondato sulla “massimizzazione del profitto”, “non può rimanere un incubo per l'ecologia”. Un “cambiamento di direzione verso un'economia ecologica costituisce una necessità incrollabile. Non esiste un vero progresso fondato sulla distruzione dell'ambiente naturale”. “È inconcepibile che si adottino decisioni economiche senza tener conto anche delle loro conseguenze ecologiche.
Un complesso di situazioni, osserva Bartolomeo I, che dimostra come “l’integrità della natura” sia “imperativo categorico” per l’umanità contemporanea. Che viene colto da persone, gruppi e organizzazioni, ma non dagli amministratori della cosa pubblica.
Di fronte a tale realtà, il Patriarcato Ecumenico, “che negli ultimi decenni è stato pioniere nel campo della protezione del creato, continuerà le sue iniziative ecologiche, l'organizzazione di conferenze ecologiche, la mobilitazione dei suoi fedeli e soprattutto dei giovani, la promozione della protezione dell'ambiente come soggetto fondamentale per il dialogo interreligioso e le iniziative comuni delle religioni, i contatti con i leader politici e le istituzioni, la cooperazione con le organizzazioni ambientaliste e i movimenti ecologici. È evidente che la collaborazione per la tutela dell'ambiente crea ulteriori vie di comunicazione e possibilità di nuove azioni comun”.
“La vita stessa della Chiesa – osserva infine Bartolomeo - è un'ecologia applicata. I sacramenti della Chiesa, tutta la sua vita di culto, il suo ascetismo e la vita comunitaria, la vita quotidiana dei suoi fedeli, esprimono e generano il più profondo rispetto per il creato. La sensibilità ecologica dell'Ortodossia non è stata creata ma è emersa dalla crisi ambientale contemporanea. La lotta per la protezione del creato è una dimensione centrale della nostra fede. Il rispetto per l'ambiente è un atto di dossologia del nome di Dio, mentre la distruzione del creato è un'offesa contro il Creatore, del tutto inconciliabile con i principi fondamentali della teologia Cristiana”.
30/04/2019 08:22
30/11/2018 11:07