Bartolomeo I: Santa Sofia in moschea offende gli ortodossi, la nostra storia e la nostra cultura
È la seconda volta che il patriarca ecumenico interviene sull’argomento. E cita anche l’uso come moschea del monastero di San Salvatore in Chora. Le critiche di cristiani e musulmani.
Istanbul (AsiaNews) – La trasformazione in moschea della basilica di Santa Sofia e del monastero di San Salvatore in Chora “offendono la nostra identità, la nostra storia e la nostra cultura”: lo ha dichiarato il patriarca ecumenico degli ortodossi Bartolomeo I durante un’intervista con l’agenzia Sputnik e riportata da alcuni giornali turchi il 9 settembre.
“Alcuni mesi fa – ha detto Bartolomeo – Santa Sofia è stata convertita in moschea. Più tardi, San Salvatore in Chora, uno dei più bei monasteri, è stato trasformato in moschea. I dirigenti hanno preso queste decisioni in fretta, come se le moschee della città non fossero sufficienti, come se ci fosse bisogno di luoghi di culto per i credenti della religione maggioritaria di questo Paese. Queste azioni offendono la nostra identità, la nostra storia e la nostra cultura. Noi siamo pazienti e preghiamo”.
La decisione del governo di Recep Tayyip Erdogan di riutilizzare come moschee gli edifici bizantini ha suscitato aspre critiche nel mondo cristiano, ma anche musulmano.
Questa è la seconda volta che Bartolomeo I di Costantinopoli esprime le sue preoccupazioni sulla conversione di Santa Sofia in moschea. La prima volta è stata il primo luglio, quando dopo una messa alla chiesa dei 12 apostoli di Feriköy aveva dichiarato: “La conversione di Santa Sofia in moschea provocherà la reazione di milioni di cristiani del mondo intero contro l’islam. Eppure si augura l’unità”.
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