Bangladesh: tutte le religioni condannano lo stupro di una tribale cattolica
Dhaka (AsiaNews) – È scandalo in Bangladesh per lo stupro di gruppo compiuto da cinque uomini su una tribale cattolica di 21 anni a Dhaka. La violenza si è consumata il 21 maggio scorso a bordo di un minibus. La giovane, di etnia Garo e originaria della diocesi di Mymensingh, si trova ora nel centro di sostegno per le vittime di violenza a Tejgaon, dopo essere stata curata presso l’unità di crisi dell’ospedale universitario di Dhaka. La polizia di Vatara ha aperto un procedimento, ma nessuno è stato ancora arrestato. Mons. Ponen Paul Kubi, vescovo di Mymensingh e Garo come la vittima, dichiara ad AsiaNews: “Sono profondamente addolorato. Non possiamo tollerare un simile attacco contro la nostra gente. Chiedo una pena esemplare per gli stupratori”.
La ragazza è una studentessa universitaria e lavora part time nel Jamuna Future Park, il più grande centro commerciale del Paese. Come raccontato da sua sorella, la vittima è stata costretta a salire sul minibus intorno alle 21.30, per poi essere scaricata due ore dopo davanti a un negozio di scarpe a Jasimuddin road. Nonostante la zona fosse coperta da telecamere a circuito chiuso, la polizia ha riferito che i video non sono utili alle indagini.
La vittima ha raccontato alle forze dell’ordine di aver visto uno degli stupratori qualche ora prima della violenza, al centro commerciale. L’uomo le avrebbe fatto qualche domanda e poi se ne sarebbe andato. Secondo gli investigatori, dopo questo episodio avrebbe progettato di rapire e stuprare la ragazza.
Ieri migliaia di persone di ogni religione e appartenenti a oltre 50 organizzazioni hanno manifestato contro la violenza subita dalla giovane. Rosaline Costa, attivista cattolica per i diritti umani, spiega ad AsiaNews: “I giovani stanno diventando sempre più insubordinati, perché nelle istituzioni scolastiche non si insegna più la moralità. Anche nelle scuole di alto livello si verificano molestie su donne, sia studentesse che insegnanti”.
Inoltre, nota l’attivista, “abbiamo decine di leggi, ma non vengono applicate. La stessa polizia a volte è coinvolta in simili reati e ne esce pulita. Il risultato è che i nostri giovani, in un certo senso, si sentono incoraggiati”. Secondo Costa, “le istituzioni scolastiche dovrebbero impartire lezioni di moralità, e le forze dell’ordine svolgere il loro compito in modo appropriato, assicurando i colpevoli alla giustizia”.
17/04/2019 15:21